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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Marcon

La Fiat Panda dell'assalto alla gioielleria di Marcon allo studio dei Ris

Usata dal commando armato nella rapina di mercoledì da "Gioielli di Valenza" al Valecenter può contenere tracce biologiche, capelli ed elementi utili alle indagini

La Fiat Panda all'esame dei Ris delle investigazioni scientifiche dei carabinieri. Capelli e tracce biologiche nel mirino delle indagini che in tutte le direzioni possibili lavorano per dare un'identità alla squadra che ha preso d'assalto il negozio "Gioielli di Valenza" al Valecenter di Marcon, mercoledì. La Fiat Panda rossa, abbandonata al parcheggio del vicino centro di arredamento "Mondo Convenienza", sistemata ad arte in una zona non coperta dalla video sorveglianza, è la macchina che su cui la scientifica lavora e che la seconda commessa presa in ostaggio ha indicato agli inquirenti, perché quando i cinque del gruppo armato l'hanno trascinata fuori dal centro commerciale è stata messa a sedere a terra proprio accanto a quella Fiat. E le indagini si sono estese a tutta l'area, dalla galleria fino al parcheggio per trovare elementi utili. 

Prosegue la caccia alla Golf bianca, l'altra macchina indicata da diversi testimoni, notata mentre si allontanava con i malviventi e il bottino a bordo. Fino a ieri non se n'era trovata traccia, forse perché dopo essere stata depositata in un garage i malviventi hanno cambiato ancora i veicoli per allontanarsi e probabilmente si sono divisi in gruppi. L'altro blocco delle indagini si sta concentrando appunto sulla via o le vie di fuga del commando. Tutte le immagini che hanno registrato passaggi di veicoli nelle strade secondarie di Marcon, prima e dopo l'assalto, possono dare indicazioni ma richiedono tempo. È ormai certa la premeditazione accurata del piano d'attacco e la professionalità del gruppo che, c'è da dire, poche impronte ha lasciato visto che tutti indossavano i guanti. Forse persone imparentate tra loro o appartenenti allo stesso clan famigliare, comunque abituate a colpire assieme, a intendersi al volo a capirsi con lo sguardo. La dimestichezza nel maneggiare armi del calibro dei fucili mitragliatori che la banda ha usato ha fatto pensare a un commando di paramilitari, ma è un'ipotesi, come quella dei giostrai e delle bande dell'Est.

Quanto alle armi definite "spropositate" rispetto al valore della rapina - si parla di circa 300 mila euro di gioielli - la memoria storica di chi ha trattato simili casi non manca di sottolineare come fucili e mitra siano sempre stati a disposizione delle squadre d'assalto che hanno colpito i nostri territori, spesso al confine tra Veneziano e Trevigiano. 

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