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Cronaca

Polveri sottili: maglia nera a Venezia: «Azioni ancora deboli»

Il dossier Legambiente per l'Italia: «La prima multa ci costerà tra 1,5 e 2,3 miliardi di euro». Sambo e Baglioni: «Necessarie misure locali più efficaci, in particolare contro le emissioni degli impianti di riscaldamento»

Inquinamento da polveri sottili: secondo il bilancio riportato da Legambiente, nel dossier “Mal’aria 2021 edizione speciale – I costi dell’immobilismo”, sono già 11 le città che a inizio settembre hanno sforato, con almeno una centralina, il limite previsto per le polveri sottili, ossia la soglia dei 35 giorni nell’anno solare con una media di Pm10 giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo. Tre le procedure di infrazione comminate dalla Commissione Europea per l’inquinamento atmosferico. «La prima, per cui siamo stati condannati, ci costerà tra 1,5 e 2,3 miliardi di euro - scrive Legambiente -. L’Italia è davanti a un bivio: pagare una multa miliardaria per inadempienza oppure agire con urgenza per ridurre l’inquinamento delle nostre città». L’associazione ha scritto al commissario europeo all’Ambiente: «troppi ritardi e inadeguatezza nei provvedimenti di Governo e Regioni contro l’inquinamento».

Legambiente analizza le misure strutturali e straordinarie dichiarate, promesse e messe in atto nella Pianura Padana. Nella poco dignitosa gara a chi fa di meno, insieme al governo nazionale, trionfa la regione Lombardia, entrambi con solo il 15% delle azioni completate. Segue il Piemonte (con solo il 25% delle promesse mantenute). Si difendono con neanche il 40% dei compiti espletati il Veneto e l’Emilia-Romagna. Maglia nera nazionale a Verona e Venezia con 41 giorni di sforamenti, seguite da Vicenza con 40 al 6 settembre 2021. L’adozione di misure antismog già da questo settembre ’21 potrebbe essere l’unico modo per evitare il superamento dei limiti giornalieri di polveri sottili durante l’autunno e l’inverno prossimi. Inoltre, la riduzione costante e progressiva degli inquinanti dovrà portare al loro dimezzamento (-55%) entro il prossimo decennio, in accordo con il Piano d’azione europeo “Verso l’inquinamento zero”.

«Avevamo depositato una interrogazione a dicembre - scrive il consigliere comunale del Pd veneziano Alessandro Baglioni, primo firmatario - che puntava a stimolare il Comune ad adottare misure più efficaci, in particolare contro le emissioni degli impianti di riscaldamento (che risultano essere tra le principali fonti di emissione del Pm10)». «Cosa dovrebbe fare il Comune? - chiedono Baglioni e la capogruppo Pd in Consiglio comunale Monica Sambo -  Promuovere azioni per il potenziamento del trasporto pubblico e per incentivare la mobilità sostenibile, intervenendo sulle piste ciclabili per collegarle tra di loro e promuovere altre azioni quali ad esempio il lavaggio delle strade e l'incentivo alla manutenzione delle caldaie. Avviare uno studio epidemiologico nelle zone più critiche del Comune. Questa problematica richiede uno sforzo collettivo ed è necessario promuovere un confronto e una collaborazione tra tutti, coinvolgendo le varie istituzioni competenti, l'intero Consiglio comunale e le associazioni».

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