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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Lavoratori dormono dove lavorano, sotto l'occhio del "Grande Fratello"

Telecamere per aumentare la produttività, condizioni igieniche precarie. Chiusi due tomaifici in Riviera su 17 controllati. Nove operai in nero

Per arrivare alla chiusura di quei due tomaifici hanno lavorato tutto il mese precedente. Poi i sigilli sono stati apposti cinque giorni fa, lunedì, perché i militari della guardia di finanza hanno sorpreso al lavoro senza lo straccio di un contratto in regola oltre il 30% degli operatori. Inevitabile quindi la chiusura e la successiva multa per i rappresentanti delle attività, situate a Fossò e a Stra.

Continua la battaglia in Riviera del Brenta contro gli opifici irregolari a conduzione cinese cui si appoggiano i terzisti dei brand più importanti. Si lavora giorno e notte, in condizioni igieniche e di sicurezza precarie, per questo motivo all'orizzonte si profila la possibile chiusura di altri cinque laboratori di questo tipo. Si tratta di una grossa operazione condotta dalle fiamme gialle del I Gruppo di Venezia e dalla tenenza della guardia di finanza di Mirano. Nelle settimane precedenti sono stati organizzati appostamenti anche con strumentazione per la visione notturna e accertamenti di natura documentale.

Dopodiché è stata avviata l'operazione vera e propria, in collaborazione con la Direzione Territoriale del Lavoro e dell’INPS: sono stati visitati 17 laboratori manifatturieri nei quali sono stati individuati 9 lavoratori cinesi in nero e 22 impiegati irregolarmente. In alcuni casi, poi, alcune stanze di abitazioni a uso residenziale venivano rese luogo di lavoro. Ma ciò che più preoccupa è che sotto la lente d'ingrandimento sono finite anche brandine a pochi metri dalla postazione di lavoro: gli operai quindi lavoravano con turni massacranti, poi con ogni probabilità si coricavano a pochi metri da colle e solventi utilizzati per le tomaie.

Lavoro, lavoro, lavoro. E zero norme igieniche e di sicurezza. Anche perché il mastice è infiammabile, e in alcuni casi è stato trovato vicino alla caldaia. Una bomba ad orologeria. Dunque due laboratori sono stati chiusi, finché le posizioni dei lavoratori non saranno regolarizzate. Altri cinque potrebbero esserlo a breve al termine dei controlli. Poi ci sarà tutto il capitolo sugli accertamenti di natura fiscale, che naturalmente arriverà in un secondo momento. Anche perché spesso l'effettivo titolare o rappresentante dell'attività si "mimetizza" tra i dipendenti, intestando tutto a un prestanome. Anzi, spesso quel prestanome è proprio un suo dipendente. Legato a doppio filo quindi alle sorti del laboratorio. Sarebbe stato accertato anche in alcuni casi l'utilizzo di telecamere per controllare che gli operai non diminuissero il proprio ritmo di lavoro. Una specie di "grande fratello" che permetteva di incrementare i profitti.

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