rotate-mobile
Il dibattito / San Marco

"Las Meninas" a San Marco non convincono: ironia e polemiche sul web

Il serpentone di sculture di Valdés nel mirino di "Italia Nostra", utenti divisi. Il Comune chiude: «Esposizione approvata dalla Soprintendenza». Inaugurate ieri, resteranno per tre mesi

Sono bastate poche ore per capire che l'esposizione pubblica di Manolo Valdés "Las Meninas a San Marco", 13 sculture in fila in piazzetta San Marco, altre due a Riva Ca' di Dio e Arsenale, non convince tutti i veneziani.

Clicca qui per iscriverti al canale WhatsApp di VeneziaToday

La critica più autorevole è arrivata, nell'immediato, da Italia Nostra-Venezia. La storica associazione a tutela del patrimonio culturale ha parlato di «Venezia-vetrina» in un post sulla sua pagina Facebook accompagnato dalle foto delle 13 sculture: «Dovremmo essere contenti di questo fiorire di esposizioni d'arte e non solo temporanee (con la resa di interi palazzi a collezionisti)? Si chiude gli occhi davanti alle conseguenze di questa estrema "biennalizzazione" della città. Spariscono funzioni per i cittadini e di conseguenza spariscono i cittadini. E sparisce la città». Ma in tutte le pagine social che hanno dato la notizia, e tra gli avventori della piazza, si registrano dubbi: da «deturpano la Piazza, stonano con tutta l’architettura e con la leggerezza di Palazzo Ducale» a «un po' troppo ingombranti» fino a «basta concedere la piazza», per arrivare a commenti meno gentili. Anche se non manca chi le definisce «bellissime»: si tratta in ogni caso di sculture con valore commerciale importante, opere di un artista riconosciuto a livello internazionale.

Più delle opere in sé, a risultare divisivo sembra essere il posizionamento in serie («sembrano in coda per entrare nella basilica» nota qualcuno), così centrale e ripetitivo da dominare per tre mesi il paesaggio di piazzetta San Marco: non a caso, i turisti stanno già scattando molte foto alle opere, uno degli effetti certamente voluti dall'artista e dalla galleria che ha organizzato l'esposizione (per cui ha versato 122 mila euro alla partecipata comunale Vela spa). I selfie pubblicati sui social faranno il giro del mondo.

Ludovica Piazzi, storica dell'arte dell'associazione Mi Riconosci, attiva sui temi del lavoro culturale e dell'utilizzo dello spazio pubblico, nota che non si tratta di una tendenza nuova: «Si utilizza una piazza come location per fare una mostra, come fosse un'area disabitata, peraltro con un corrispettivo economico piuttosto ridotto. Nonostante l'indubbio valore delle opere, è evidente che non siano legate con il contesto». Per l'associazione, si tratta di operazioni utili proprio a fare inaugurazioni e comunicati stampa, come quello con cui il Comune ha comunicato di aver ricevuto in dono un'opera di Valdés. «Capita sempre più di frequente che artisti donino le proprie opere ai Comuni in cambio di esposizioni nello spazio pubblico, non si tratta di beneficenza ma di volontà di validazione e aumento delle quotazioni» conclude Piazzi.

Il Comune, in ogni caso, ha già placato le polemiche, chiarendo che la scelta di esporre per tre mesi le opere di Valdés è stata fatta in Conferenza dei servizi, di concerto con la locale Soprintendenza. Le sculture rimarranno esposte fino al 15 giugno.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Las Meninas" a San Marco non convincono: ironia e polemiche sul web

VeneziaToday è in caricamento