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Martedì, 30 Aprile 2024
Grandine e raffiche / Fiesso d'Artico

Ancora maltempo, danni in Riviera del Brenta

Vigili del fuoco al lavoro dopo i temporali di mercoledì sera per alberi caduti e danni da grandine sui tetti. I chicchi di ghiaccio hanno distrutto automobili e coltivazioni. Diverse persone sono rimaste lievemente ferite

Ancora problemi per il maltempo. Una settimana fa la pioggia e le raffiche improvvise avevano colpito il Veneto orientale, mentre la tempesta di mercoledì sera, 19 luglio, si è abbattuta nell'area centro-meridionale della regione. In provincia è stato interessato in particolare il territorio della Riviera del Brenta, fino a Marghera.

In queste ore i vigili del fuoco, con l'ausilio della protezione civile, sono impegnati in una serie di interventi per danni da acqua e grandine, dissesti statici, rimozione di lucernari e vetri pericolanti, taglio di rami e alberi caduti sulle strade, messa in sicurezza di impianti fotovoltaici e coperture dei tetti. Nel veneziano sono già stati eseguiti 80 interventi di questo tipo. Tra i comuni con il maggior numero di richieste di soccorso ci sono Dolo, Stra, Pianiga, Camponogara, Campolongo, Fiesso d’Artico, Fossò, Chioggia e Vigonovo. Ma anche parte del territorio di Venezia, tra cui l'isola di Pellestrina.

Si registrano delle persone ferite, con traumi causati dalla grandine, da cadute e da rotture di vetri. In provincia di Venezia gli accessi al pronto soccorso di questo tipo sono stati 28; altri 62 a Padova, 19 a Vicenza e 1 a Belluno. «Ringrazio i soccorritori ed i tecnici che sono intervenuti nell’immediatezza - comunica il presidente del Veneto, Luca Zaia - e che continuano in queste ore nelle opere di ripristino e censimento dei danni». Pezzi di grandine grossi come palle da tennis hanno martoriato edifici e automobili, spaccando i parabrezza e i finestrini di centinaia di veicoli. Stessa sorte per tredici autobus dell'Actv parcheggiati nel ricovero di Dolo.

A Dolo è stato colpito anche l'ospedale, dove la grandinata ha provocato la rottura di numerose vetrate su tutte la facciate degli edifici esposte a nord. Completamente distrutta l'ampia parete vetrata del laboratorio nel monoblocco vecchio. I serramenti sono stati pesantemente danneggiati, così come gli impianti sui tetti degli edifici. Fortunatamente non ci sono state conseguenze dirette sui reparti di degenza, ma con le vetrate rotte si sono verificati allagamenti e danni agli impianti. Il lavoro degli operatori del pronto soccorso e del suem118. è stato reso particolarmente difficile. Non solo il maltempo ha comportato un aumento degli accessi nella serata, ma ci sono state anche difficoltà nell'operatività dei servizi informatici: il personale, dunque, ha dovuto ricorrere all'accettazione manuale dei pazienti ed alla gestione del loro iter in modalità cartacea.

Coltivazioni e serre distrutte

Le conseguenze della tempesta sono evidenti anche nelle campagne, dove i danni alle colture sono «eccezionali», come spiega Federica Senno, presidente di Cia Venezia. «Abbiamo circoscritto l’area tra Stra, Fiesso D’Artico, Fossò, Vigonovo, Dolo, Mira, Pianiga, Camponogara e Campagna Lupia - spiega -. In uno dei 40 sopralluoghi effettuati questa mattina, un nostro associato, 78enne, ci ha assicurato di non avere mai visto in vita sua un evento così violento». I danni più importanti sono alle strutture: vivai, serre, rimesse, stalle, pannelli solari e fotovoltaici sono stati martoriati dalla grandine. I campi di mais e soia sono stati rasi al suolo, così come le coltivazioni di piante ornamentali e alberi da frutto. «Con questo evento - dice Senno - si cancellano vendite programmate con piante coltivate da 5 o 6 anni. Occorrono aiuti, concreti e in tempi celeri, alle attività colpite».

La situazione è confermata da Michele Terrin, segretario di zona di Coldiretti  Dolo. «La grandinata non ha lasciato scampo alle coltivazioni di mais che sono state rase al suolo, così anche per le foraggere e l’erba medica, andate completamente distrutte, e ortaggi, piante e vigneti. Non ci sono più serre: la grandine, che di solito rimbalza via, questa volta ha bucato le tende facendo penetrare l’aria che le ha completamente abbattute».

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