Dieci navi da guerra "green" in arrivo, c'è l'accordo con gli Usa
Eni, Marina militare italiana e Us Nay hanno ufficializzato il progetto per il "gasolio bio" e per le nuove imbarcazioni militari a doppio combustibile
Marina militare italiana, statunitense e Eni corrono assieme verso le energie del futuro: è stato infatti siglato mercoledì a Marghera un accordo di collaborazione per sviluppare assieme progetti e sinergie, a cominciare dal “gasolio green”. La collaborazione rientra nei progetti italiani legati ai limiti sulle emissioni inquinanti, stabiliti in sede Ue, e per le omologhe azioni decise dal presidente Barack Obama che ha stabilito, per Marina e Marines, l'indipendenza dal combustibile convenzionale per il 50% entro il 2020.
IN ITALIA – Proprio grazie a questo progetto, e alla sperimentazione già avviata a bordo del pattugliatore “Foscari” che ha navigato utilizzando solo il 50% del carburante tradizionale mentre l'altra metà era “verde”, la Marina italiana innoverà la propria flotta a partire dal 2014, cantierando dieci nuove navi. Lo ha annunciato il capo di stato maggiore della Marina militare, l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, proprio a margine della sigla. "Le nuove navi - ha detto De Giorgi - saranno a propulsione mista tra carburante tradizionale e bio diesel con la possibilità di navigare anche a gas naturale abbattendo costi ed inquinamento". "Le nuove navi - ha aggiunto - saranno realizzate con mutui bancari in modo da non incidere, per i prossimi tre anni, sul bilancio dello Stato come richiesto e dando lavoro a diecimila addetti". "Si tratta di un'operazione - ha spiegato l'ammiraglio - che permetterà, evitando uno stop prolungato, di perdere in Italia quelle competenze che sono all'avanguardia nell'ingegneria navale in genere e ad uso bellico". Le nuove navi saranno anche studiate in funzione di protezione civile perché i vantaggi energetici che verranno introdotti potranno essere utilizzati per dare luce a piccole città costiere in difficoltà, dare loro acqua potabile ed assistenza logistica.
DAGLI USA - Soddisfatto anche il segretario della Marina degli Usa Ray Mabus, anche lui a Marghera: "L'energia è un asset fondamentale che può essere usato come arma oltre che moneta di scambio commerciale per questo lavoriamo per una sempre maggiore indipendenza cercando nuove fonti". "In ogni parte del mondo - ha detto Mabus - quando c'è una crisi i costi in sicurezza aumentano e questo può significare avere meno strumenti per intervenire per la nostra Marina e i Marines che guido ma anche per le Marine alleate come quella italiana. Per questo la nostra flotta, navi, aerei e installazioni devono abbattere, per risparmiare sui costi e guadagnare in competitività e indipendenza, il 50% della spesa energetica". "Questo accordo - ha concluso lo statunitense - grazie ai test della Marina italiana sui bio carburanti che ci garantiscono la loro funzionalità, allarga lo spazio d'azione Usa che ha già quattro realtà produttive con cui lavorare".