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Cronaca Pramaggiore

Marocchino condannato: legava alla sedia la compagna e la obbligava a urlare "Allah è grande"

Picchiava e sequestrava chiudendo in casa la donna: condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione per lesioni, sequestro di persona, stalking e furto

Tre mesi di botte e terrore. Il Gazzettino riporta la storia di una giovane donna della provincia di Venezia che per tre lunghi mesi è stata costretta ad obbedire e subire maltrattamenti legata ad una sedia. L'autore delle violenze è un marocchino di 25 anni che, nella giornata di mercoledì, è stato condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione per maltrattamenti, lesioni, stalking, sequestro di persona, danneggiamento e furto.

L'uomo legava la vittima ad una sedia e la obbligava ad urlare "Allah è grande", mentre la colpiva sulla schiena. La vicenda risale al 2014 quando la ragazza ed il suo aguzzino erano andati a convivere. L'unione però era durata solamente da settembre a dicembre, poi la ragazza era stata costretta a scappare per evitare le violenze del compagno.

E.T. ora è in stato di fermo nel carcere di Pordenone e gli è stata anche negata l'istanza, richiesta dal suo avvocato, di una perizia psichiatrica. È accusato quindi d'aver preso a bastonate la donna in più occasioni, oltre ad averla obbligata a rimanere chiusa in casa senza chiavi o telefoni. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso è avvenuta la notte del 28 dicembre scorso. L'uomo infatti aveva obbligato la compagna ad accompagnarlo mentre con un'ascia in mano andava in giro a fare scorribande. Quella notte E.T. ha incendiato una catasta di legna a San Stino di Livenza ed ha rubato delle bibite nell’area di servizio della Shell prima di essere fermato dalle forze dell'ordine.

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