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Cronaca

Germano Mosconi, parabola di un eroe "involontario" del web in salsa veneta

Il giornalista deve la sua popolarità a dei video su YouTube in cui se la prendeva in modo blasfemo con i collaboratori. Dopo la sua morte, alcuni veneziani in Rete lo salutano come un amico

In queste ore molte agenzie di stampa e siti stanno riportando la notizia della morte di Germano Mosconi, giornalista 79enne molto noto soprattutto nel Veronese per essere stato caposervizio al quotidiano L'Arena per poi passare al gruppo Telenuovo-Nuovo Veronese, diventando anche direttore nell'ultimo periodo di vita del quotidiano. E' stato per molti anni corrispondente della Gazzetta dello Sport coprendo gli anni dell'Hellas dei record. Una carriera professionale invidiabile.

Inutile però nasconderlo: la sua popolarità, soprattutto tra i più giovani, è stata soprattutto involontaria. E tocca un elemento spesso presente nel "sottobosco" della cultura veneta: la bestemmia. I video caricati su YouTube delle sue sfuriate colorite in cui ne inanellava una dietro l'altra hanno determinato milioni di clic, parodie e commedie. Il Web è una realtà liquida, con una scala di valori diversa dalla realtà.

 

Proprio per questo anche i veneziani sui social network lo stanno ergendo a eroe "locale" della Rete. In modo ironico, come si confà a un "compagno di risate". "Ricordiamo Germano Mosconi e le sue blasfemie stupende", si legge sulla bacheca di un tifoso della Reyer, mentre un giovane veneziano scrive "ora potrai insegnare a bestemmiare anche agli angeli". Da Venezia a Mestre, dove un operaio scrive "Addio Germano, nostro mentore", e una donna lo saluta con un "addio, grazie di tutto. Ma chi è quel mona che ha lasciato la porta del paradiso aperta?", citando uno dei suoi proverbiali video.

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