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Cronaca

Le barriere del Mose hanno protetto Venezia

Brugnaro festeggia a Pellestrina poi chiama il presidente Mattarella e lo ringrazia. La città sollevata. I commenti, la soddisfazione e l'amaro per la sofferenza degli anni precedenti

Non erano ancora le 10 del mattino di sabato 3 ottobre quando il centro maree del Comune di Venezia ha fatto sapere che tutte le paratoie del sistema Mose erano state sollevate. La laguna alle 9.50 era separata dal mar Adriatico. Col passare del tempo, verso le 11 e poi alle 11.30, le previsioni dell'acqua alta si sono abbassate rispetto al picco tenuto a 135 centimetri. Prima 125 e infine punta massima a 130. Tra i primi a capire che il Mose ce l'avrebbe fatta a non far filtrare l'acqua, il provveditore Cinzia Zincone, il commissario Elisabetta Spitz, i tecnici all'opera, il centro maree e il sindaco Brugnaro, accanto a Zincone in sopralluogo a Malamocco. Messaggi rassicuranti quelli del primo cittadino: «Sono le 10.10 e in questo momento si nota l‘evidente dislivello di 70 centimetri tra il mare e la laguna. La situazione è stabile. Ora rimaniamo in attesa. Attendiamo il picco di marea ma siamo fiduciosi». Zincone dice, «un buon test, una raccolta utile di dati». 

Il Mose in azione contro l'acqua alta il 3 ottobre 2020

Le previsioni meteorologiche hanno confermato la presenza di venti sciroccali lungo tutto il bacino Adriatico fino alle ore centrali della giornata, seppur con intensità in lieve diminuzione. Il ritardo del passaggio del fronte perturbativo, rispetto a quanto previsto, ha favorito uno sfasamento tra il massimo contributo meteo e il picco di marea astronomica di circa un’ora e quindi un assestamento dei valori massimi previsti per punta della Salute compresi tra i 125 e i 135 centimetri. Coerentemente, il livello misurato in mare dalla rete mareografica integrata di Ispra e del centro maree ha raggiunto valori attorno ai 130, permanendo sopra i 110 per circa 4 ore, dalle 10 alle 14.

Poco sotto mezzogiorno, con piazza San Marco asciutta e la città messa in salvo dalle dighe tutte sollevate, si capisce che è andata come doveva. Il Mose ha retto la prova, «il test è andato bene», dice il provveditore. Il commissario del Porto Pino Musolino esterna sui social la propria soddisfazione. «L'opera sta funzionando e da veneziano tiro un sospiro di sollievo, dopo la grande paura dello scorso 12 novembre. Adesso serve compatibilità con il porto commerciale, per garantire futuro ed economia». Poi scriverà: «Ai più dirà poco, ma vedere fuori dalla bocca 130 centimetri e dentro in bacino di San Marco 70 è al tempo stesso un prodigio e una dimostrazione di capacità tecnica portentosa».

Scattano i festeggiamenti. Brugnaro brinda a Pellestrina, poi chiama al telefono il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e lo ringrazia: «Per aver manifestato anche in questa occasione la sua vicinanza e attenzione per la città di Venezia». Le operazioni sono state seguite dalla sala operativa del centro maree e dal Tronchetto. Sessanta i volontari della protezione civile pronti ad intervenire, 15 gli operatori a piazzale Roma e alla stazione dei treni di Santa Lucia, dove c'erano punti informativi. Alle 16.10 sono iniziate le operazioni di abbassamento delle barriere del Mose con una progressiva riapertura del collegamento tra mare e laguna.

Per la città è una giornata storica. Vent'anni di scandali, polemiche, attese e criticità. Una marea di soldi pubblici(6 milioni?) Oggi il Mose ha dato una dimostrazione tangibile restituendo speranza. «Abbiamo dimostrato - dice Brugnaro - che in presenza di una marea che avrebbe allagato la città, ma anche di un vento di scirocco medio da 19 nodi, che il Mose funziona. Le barriere erano già state sollevate sia singolarmente sia nella prova generale alla presenza del premier Conte in condizioni favorevoli, ma era la prima volta in cui le dighe mobili venivano azionate in una situazione di necessità concreta. I No a tutto oggi sono stati sconfitti. Venezia comincia a vedere uno spiraglio. Adesso è prioritario concludere i lavori e pensare alle manutenzione dell’opera - sul tema della gestione -  Sono stati esclusi sia il Comune che la Regione. È impensabile, è un esproprio che non conviene a nessuno».

«Il Mose ha funzionato. Una buona notizia per Venezia e il mondo intero - scrive l'onorevole del Pd Nicola Pellicani - Ora bisognerà concludere i lavori e fare in modo che le dighe mobili siano in grado di funzionare in tutte le condizioni. Questo è il risultato dell'attività del parlamento e del governo che hanno dato nuovo impulso ai lavori. In questi giorni l'Autorità per la laguna sarà finalmente istituita per legge: non è altro che la ricostituzione del magistrato alle Acque. A seguire si chiuderà definitivamente il Consorzio Venezia Nuova, aprendo una nuova stagione per la città». «Qualcosa che non si era mai visto e che ha alleviato le pene di questa meravigliosa città - il commento di Mariacristina Gribaudi, presidente Fondazione Musei Civici di Venezia -. Il patrimonio museale che tanto ha sofferto non è stato nemmeno lambito, è stata una vera gioia vedere nonostante le previsioni il Museo del vetro aprire come in un giorno qualunque. Abbiamo un grande bisogno di guardare avanti, grazie al Mose oggi abbiamo ritrovato la necessaria e vitale fiducia».

«Siamo davanti a una svolta. L'esito positivo segna un'inversione di tendenza rispetto a decenni di negatività e scetticismo sull'efficacia del sistema delle paratoie mobili alle bocche di porto - scrive Massimo Zanon presidente di Confcommercio metropolitana di Venezia -. Un'iniezione di fiducia non solo per la cittadinanza e per le categorie produttive, ma anche per dire al mondo che Venezia vive ed è sicura». Per gli albergatori dell'associazione veneziana Ava, con Vittorio Bonacini, e il direttore Claudio Scarpa: «Condividiamo la gioia e la commozione di tutti i veneziani in questo atteso momento e la speranza di chi vive e lavora in città». L’Ava darà indicazione agli hotel della città di informare tutti i loro clienti e ripartirà con la sua campagna informativa nei confronti della stampa estera e dei visitatori di tutto il mondo, con l'obiettivo di cancellare per sempre i timori dei turisti». Il presidente dei costruttori edili Giovanni Salmistrari afferma: «esprimo orgoglio per le imprese che con il proprio lavoro e impegno hanno concorso a questo successo. Speriamo che gli scettici si ricredano e che si registri un'unità di intenti a tutti i livelli per Venezia e la sua salvaguardia». «Gioiamo tutti, è una giornata storica per Venezia: adesso comincia la fase più importante, quella che riguarda il futuro dell’opera e dei lavoratori», dice Roberto Toìgo, segretario generale di Uil Veneto.

«Il primo vero stress test è riuscito: ottima notizia per chiunque ami Venezia, ci viva o no - dice Gianfranco Bettin, consigliere comunale -. A chi addiziona la propria gioia di trionfalismo, vanno però ricordati i veri punti critici, tutti aperti. Il vero test riguarderà la capacità del Mose di misurarsi con i mutamenti climatici, con maree più frequenti, senza far morire la laguna, che vive dello scambio quotidiano con il mare: più si chiude e più la si colpisce. Né il corale respiro di sollievo di stamattina, né tantomeno il trionfalismo, ci dicono niente di risolutivo e su questi punti. La questione è più che mai aperta, e occorre lavorarci, non guardando al passato, ma al futuro».

«Il Mose ha funzionato e dobbiamo tutti essere felici - dice da parte sua la consigliera del Pd Monica Sambo - perché significa difendere la città più bella e speciale al mondo. Ci saranno tanti problemi da affrontare, a partire da quante volte verrà alzato, a come funzioneranno le manutenzioni e verrà gestita l'operatività del porto. Nodi che vanno affrontati al più presto per capire come garantire la salvaguardia della città. Questa deve essere una delle priorità della prossima amministrazione e su questo mi impegnerò fin dal primo Consiglio comunale». «Una giornata che attendevamo da anni. La protezione di Venezia è un fatto reale e visibile. Ora serve una governance efficace e indipendente che sappia gestire sia la salvaguardia che la vita del porto. Da oggi il futuro di Venezia non sarà più come prima. Autorità locali, Agenzia per Venezia, Magistrato alle acque e Autorità portuale, operatori economici e sociali devono collaborare per assicurare a Venezia il futuro che merita», dichiara il sottosegretario all'Economia e consigliere comunale Pier Paolo Baretta.

Da palazzo dei Camerlenghi il consigliere comunale Marco Gasparinetti afferma: «Al netto della rabbia per le tangenti e i ritardi, siamo all'asciutto in uno dei punti più bassi della città. Ringraziamo per il test il provveditore, pur in assenza di collaudo, ma il test andava fatto subito perché la città ha diritto di sapere se il Mose funziona o no». «Il tema è sempre lo stesso: occorre studiare un sistema diverso, rispettoso dell’ecosistema lagunare. Iniziamo a investire, ad esempio, sulle modalità che portano all’innalzamento del livello del suolo. Guardiamo al domani, perché il successo di oggi non può farci dimenticare che tra qualche decina d’anni il sistema sarà superato e occorrerà aver già creato una situazione nuova, con una città libera dall’acqua alta», commenta infine Giovanni Andrea Martini.

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