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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Adico: a Mestre l’uso di carte per i pagamenti è cresciuto del 25% in due anni

L'abitudine è sempre più diffusa, i pagamenti elettronici stanno rapidamente rimpiazzando quelli con contanti anche per piccoli importi

Sempre più clienti, a Mestre, pagano alla cassa esibendo bancomat o carta di credito: un'abitudine che si sta ormai consolidando in tutti i tipi di attività, da bar e ristoranti a panifici e fruttivendoli, fino ai negozi di abbigliamento e i supermercati. Il trend si è affermato in particolare negli ultimi anni, anche come conseguenza delle politiche avviate dall’esecutivo Conte e proseguite dall’esecutivo Draghi (poi osteggiate da una parte dell'attuale governo, che però di fatto ha confermato le norme vigenti sull'utilizzo del Pos).

L'associazione Adico ha sondato il terreno nella terraferma veneziana con il coinvolgimento di alcuni “addetti ai lavori”, negozianti del centro città che offrono diversi prodotti o servizi. È emerso che negli ultimi due anni è aumentato in media del 25% l’utilizzo del bancomat per pagamenti che in precedenza si facevano in contanti. Tralasciando i negozi di abbigliamento, dove si battono scontrini più alti e già in molti pagano da tempo con le carte, è il supermercato il luogo dove le tessere di pagamento elettronico sono all’ordine del giorno. Ormai 7 clienti su 10 pagano così, con un aumento del 20% rispetto a due anni fa. Alla mattina, spiegano dai punti vendita, la percentuale di utilizzo della carta è minore perché i clienti sono per lo più pensionati che sono ancora diffidenti nei confronti del pagamento elettronico. Nel pomeriggio il bancomat spopola, come pure i pagamenti con buoni pasto.

Anche nei ristoranti si è ormai consolidato l’uso dei pagamenti elettronici, arrivato al 70-80% degli incassi. In alcuni bar mestrini il pagamento elettronico è cresciuto di un quarto e in certi pubblici esercizi, soprattutto quelli frequentati anche da turisti, un cliente su tre non usa contanti. A conferma del trend in atto nei bar, si sta diffondendo sempre più l'abitudine di pagare anche un solo caffè con carta.

Il contante resta ancora la modalità più utilizzata nei fruttivendoli, nei panifici e nei tabaccai, dove gli scontrini sono spesso inferiori ai 5 euro, ma anche in questi tipi di attività l'uso della carte è cresciuto di circa il 15%. Da notare che molti tabaccai, pur non essendo obbligati ad accettare il bancomat per la vendita di sigarette, hanno dotato i propri distributori automatici di dispositivi per il pagamento elettronico.

«Questa fotografia - spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico - ci mostra almeno tre cose. In primis, le persone stanno prendendo sempre più confidenza con il pagamento elettronico: secondo noi è un bene, perché rende tracciabili i pagamenti, riduce il livello di evasione e fa crescere la sicurezza del cittadino. In secondo luogo, rileviamo con piacere che anche molti negozianti sono diventati più disponibili al bancomat e alla carta di credito fino ad accettarli anche per un solo caffè. Ci sono ancora i commercianti refrattari ma contiamo sul fatto che a poco a poco anche loro si rendano conto dell’importanza di questa rivoluzione. Dall’intervista ai negozianti si evince infine che le banche, messe alle strette dalla concorrenza, iniziano a limitare i costi sul pos. Diversi istituti azzerano le spese fino a importi di 10 e 15 euro, altri diminuiscono la percentuale di commissione. Ma possono e devono fare di più, altrimenti resteranno giustificate le resistenze di una fetta ancora larga di commercianti. Di certo, alcune decisioni del governo non favoriscono la lotta all’evasione. Quando si dice per esempio che le tasse per i commercianti sono un pizzo di stato, solo per strizzare l’occhiolino a una parte del proprio elettorato, si afferma una cosa grave. E allora cosa dovrebbero dire pensionati e dipendenti che hanno le trattenute alla fonte? L’evasione, lo ricordiamo, sottrae risorse al welfare e alle persone fragili. E allora, le tasse per alcune categorie economiche sono un pizzo di Stato?”».

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