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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Lido

Scoperta una pista da ciclocross abusiva nell'oasi protetta degli Alberoni

Indagini dei carabinieri forestali al Lido di Venezia, area sequestrata. Gli episodi erano stati denunciati dal Wwf

Le segnalazioni erano arrivate nei mesi scorsi anche da parte del Wwf, che gestisce l'oasi e che aveva segnalato la presenza di biciclette e percorsi che mettevano a repentaglio l'ecosistema e la fauna del posto. I sospetti sembrerebbero confermati da un'indagine in corso condotta dai carabinieri per la tutela forestale, che hanno scoperto l'esistenza di una pista da ciclocross abusiva all'interno dell'oasi Dune degli Alberoni, sull'isola del Lido di Venezia. Un'opera che è stata realizzata «in assenza di qualsiasi autorizzazione paesaggistica e concessione demaniale».

Circuito nell'area protetta

Una persona, residente del Lido, risulta indagata per reati paesaggistici e occupazione di aree demaniali: l'uomo avrebbe realizzato un vero e proprio circuito, movimentando il terreno per modellare la pista e impiegandola per competizioni clandestine con altri amanti delle due ruote. La pista, secondo i carabinieri, veniva «implementata periodicamente, ammodernata e adattata alle esigenze dei fruitori (con tanto di attrezzi di lavoro rinvenuti in zona)», cosicché ne risultava un circuito di vaste dimensioni, con salti e percorsi diversificati. Il tutto all'interno di una zona che era delimitata e ben segnalata, e che ora è sottoposta a sequestro preventivo. Jacopo Capuzzo, consigliere Wwf Venezia e territorio, esprime soddisfazione per il risultato delle indagini e spiega: «Se tutto sarà confermato, il Wwf si costituirà parte civile».

L'oasi

L'oasi, estesa per circa 160 ettari, ha un'ampia spiaggia dove nidifica ancora il fratino. E poi dune pioniere, "dune bianche" colonizzate da Ammophila littoralis (pianta erbacea della famiglia delle Poaceae), "dune grigie" con praterie aride e tappeti di muschi con alcune specie di flora e fauna endemiche e circoscritte ai litorali alto-adriatici. Alle spalle una pineta di circa 30 ettari, gestita dai servizi forestali regionali, e vaste praterie umide.
Nel mare Adriatico antistante vivono le tartarughe marine. Secondo le forze dell'ordine, «la pista ha visivamente modificato lo stato dei luoghi e, oltre a impedire la fruizione della parte interessata da parte della collettività, ha alterato la bellezza paesaggistica, creando gravissimi danni a vegetazione e habitat tutelati». L'operazione è stata effettuata ai carabinieri forestali del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Venezia, con la collaborazione della stazione cc forestale di Mestre e il supporto logistico del Comando stazione dell’Arma territoriale di Venezia Lido, su delega della Procura.

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