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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

"Innesti", il Padiglione Italia innova l'architettura rileggendo il passato

Presentata a Roma l'installazione tricolore (costata 1,2 milioni di euro) che aprirà i battenti il 7 giugno prossimo con il resto della Biennale

Ci si rinnova, ma guardando alle proprie radici. Senza dimenticare da dove si viene. Altrimenti non si può capire nemmeno dove si stia andando. Il passato lo si interpreta e ci si sovrappone ad esso. In chiave moderna. Questo l'obiettivo del Padiglione Italia della 14esima Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, il quale è stato presentato lunedì mattina a Roma. Emblematico in questo senso il titolo scelto dal curatore, l'architetto Cino Zucchi: "Innesti", a indicare proprio la vocazione dell'installazione ad andare ad analizzare il modo in cui l'architettura nel nostro Paese ha agito in contesti urbani stratificati.

Il padiglione, che è stato illustrato alla stampa oltre che dal curatore, anche dal presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta e dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, rappresenterà l'Italia nella kermesse veneziana che inaugurerà il prossimo 7 giugno e sarà visitabile fino al 23 novembre. Una mostra che, su indicazione del curatore "generale" olandese Rem Koolhaas, ruoterà attorno al tema "Absorbing Modernity: 1914-2014". Un tentativo che già l'archistar aveva profuso nel progetto di restauro del Fondaco dei Tedeschi per conto di Edizioni Property, una controllata del gruppo Benetton.

Si tratta, ha spiegato il presidente della Biennale, Paolo Baratta, "di una mostra-ricerca, dove il curatore non commissionerà più inviti ad architetti per far loro portare progetti, disegni e installazione, ma inviterà i curatori dei padiglioni a riflettere su specifiche tematiche del contemporaneo".

Costato 1,2 milioni di euro, di cui 600mila provenienti dai privati e 600mila dal Mibact, il Padiglione Italia si propone come un racconto della nostra migliore architettura da un punto di vista inedito: opere antiche, recenti e contemporanee sono rilette alla luce della loro capacità di unire e interpretare l'innovazione, la materia esistente e le forme future.

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