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Cronaca Jesolo

La casa di Jesolo non esiste, prete-detective sventa la truffa online

Il religioso trevigiano stava cercando una sistemazione balneare per i parrocchiani a luglio. Paga 240 euro di caparra ma poi scopre il raggiro

Stavolta la salvezza per lui non arriverà certo "per grazia divina" visto che ha tentato di raggirare un prete. Un tale N.B., su cui si stanno concentrando le indagini della polizia postale di Treviso, in questo momento con ogni probabilità sta vivendo momenti di preoccupazione dopo essere stato smascherato dal prelato.

Il religioso della Marca, infatti, voleva affittare un appartamento a Jesolo per i ragazzi del circolo parrocchiale per luglio prossimo. Esegue una veloce ricerca su un noto sito di compravendite online e si imbatte su una offerta molto allettante. Contatta l'inserzionista e alla fine, convinto, consegna una caparra di 240 euro per fermare l'appartamento. Nelle mail seguenti, però, si accorge di alcune incongruenze con l'annuncio: il numero di cellulare era sbagliato e anche alcune date.

Insospettito, il religioso decide di sincerarsi di persona della situazione e si reca a Jesolo. All'indirizzo indicato, però, non corrispondeva l'appartamento raffigurato online. Nemmeno il fatto che non fosse disponibile un posto in spiaggia. Insomma, quell'abitazione per cui aveva già pagato 240 euro non esisteva, e nessuno conosceva l'inserzionista. Mai visto. I parrocchiani, se il prete non avesse avuto l'occhio lungo, a luglio sarebbero dovuti tornare a casa con le pive nel sacco.

Mancava solo l'ultima prova del nove per assicurarsi che fosse stata architettata una truffa informatica: il prelato ha chiesto a un conoscente di contattare l'inserzionista chiedendo disponibilità per gli stessi giorni che sarebbero già stati occupati dalla prenotazione precedente. Avendo ricevuto una risposta affermativa, non è rimasto altro che raggiungere la questura e sporgere denuncia contro chi ha cercato di affittare loro una "casa-fantasma".

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