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Cronaca Marghera

Comprano casa per le profughe a Marghera: "Così rispondiamo ai sindaci che dicono no"

L'associazione DiCasa ha raccolto 80mila euro per un appartamento dove saranno ospitati richiedenti asilo, seguiti da una coop: "Ci siamo chiesti come aiutare in modo concreto"

Non c'entra la religione, non c'entra la politica: "C'entra la coscienza civica di chi vuole aiutare chi è più sfortunato di lui". La spiegano in questo modo gli aderenti all'associazione DiCasa (presidente Antonino Stinà), che tra poco tempo metteranno a disposizione un'abitazione a Marghera per ospitare da 4 a 6 migranti. Un aiuto concreto a quell'accoglienza diffusa tanto inseguita dalla Prefettura negli ultimi anni, che si è spesso e sovente scontrata contro i rifiuti di numerosi amministratori del territorio. 

Sono circa trentacinque gli aderenti all'iniziativa, tra cui il parroco della Cita, don Nandino Capovilla, che hanno prestato all'associazione quote tra i 500 e i 3mila euro. Si tratta di prestiti infruttiferi che, dopo 3 anni, potranno essere chiesti indietro in caso di bisogno. In quel caso la somma tornerà nelle tasche dell'aderente nel giro di 12 mesi. L'appuntamento con il notaio è alle porte per il rogito, perché sono stati raggiunti i circa 80mila euro necessari per l'operazione. O meglio, l'obiettivo era di raggiungere circa 100mila euro per poi cercare l'immobile. Ora si è presentata l'occasione giusta e si può partire. Le richiedenti asilo saranno ospitate (non più di 4 o 6) con l'aiuto di una cooperativa autorizzata da Ca' Corner. Ci saranno operatori formati che aiuteranno i profughi a integrarsi con il tessuto sociale del territorio. Insegnando loro a muoversi, a parlare la lingua, a capire le differenze di carattere sociale e culturale. 

Un'idea che nasce in risposta a quell'indifferenza, contro cui ha puntato il dito anche Papa Francesco, rispetto alle sorti dei migranti. Spesso costretti a vivere in luoghi sovraffollati, stipati a centinaia. "Siamo un gruppo di persone che, di fronte alla sfida della accoglienza dei profughi 'a casa nostra', così profonda anche per le nostre città, sentono ormai come improrogabile il dovere di trasformare lo sgomento in decisione e la compassione in azione diretta - si legge nel manifesto dell'iniziativa - Vogliamo farci carico dell’accompagnamento di queste persone all’integrazione nella nostra comunità cittadina per consentire loro di trovare e intraprendere il proprio percorso di vita autonoma e dignitosa".

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