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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Bordelli a Pescara, la maitresse sfugge alla cattura al Casinò

La squadra mobile del capoluogo abruzzese ha arrestato lunedì un complice della donna a Mestre. Altri quattro nei guai. Lei ora è latitante

Hanno scoperto non solo gli appartamenti in cui le donne vendevano il proprio corpo, ma anche il luogo e i numeri di telefono con cui l'organizzazione tesseva le file del giro di prostituzione. Le lucciole ricevevano i clienti in Abruzzo, tra Montesilvano e Pescara, mentre i rapporti con i clienti venivano gestiti tra Mestre e Venezia, dove operava la "maitresse", una 49enne cinese che non disdegna a quanto pare il gioco d'azzardo. La polizia, sapendo della sua "debolezza", domenica sera aveva raggiunto la casa da gioco lagunare, ma quest'ultima se n'era andata qualche minuto prima. Evitando così l'arresto. Ma la latitanza della donna sembra comunque avere le ore contate, visto che la sua faccia e il suo nome sono stati diramati a tutte le forze dell'ordine

A disarticolare l'organizzazione è stata la squadra mobile del capoluogo abruzzese, con l'aiuto anche di quella di Venezia e di Padova (oltre che di Prato). Il gip ha infatti firmato sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti membri dell'organizzazione: due sono da considerare i "capi". Una sarebbe la 49enne cinese, l'altro si tratterebbe di un cittadino cinese residente a Mestre che si occupava soprattutto di trasferire i soldi che la banda guadagnava con l'attività illecita in Cina attraverso attività di Money Transfer. Si tratterebbe di somme molto ingenti, dato che il sodalizio era in grado di intascarsi circa 90mila euro al mese. Tre gli arresti andati "a buon fine", mentre in altrettanti casi le manette devono ancora scattare. Tutti i membri dell'organizzazione (tre uomini e tre donne, tutti con permesso di soggiorno) sono accusati di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non che per farsi pubblicità l'organizzazione utilizzassero metodi molto diversi dal solito: si puntava sugli annunci sui periodici locali o su siti web dove donne avvenenti promettevano sedute di massaggi decisamente hot.

Ad aiutare gli inquirenti a scoperchiare il giro illegale è stata proprio una prostituta riuscita a sfuggire al controllo della banda attraverso un blitz delle forze dell'ordine nel maggio scorso. Il "la" alle indagini dunque è scaturito dalle sua dichiarazioni, cui sono seguiti appostamenti e intercettazioni che hanno scoperchiato un fenomeno di prostituzione "low cost" molto florido, con tariffe di circa 30 euro. Era la maitresse "veneziana" a gestire i rapporti con i clienti: tre gli appartamenti pescaresi in cui le donne si prostituivano (erano chiamate "operaie"), mentre gli investigatori stanno cercando di individuare altre case del sesso tra Roma e Brindisi. Era lei periodicamente a raggiungere l'Abruzzo per riscuotere i soldi, poi consegnati al complice "mestrino". Le altre quattro persone sono finite nei guai per aver prestato i loro nomi nei contratti d'affitto che la donna mano a mano stipulava. Le chiamate dei clienti attraverso i vari numeri arrivavano dirette in laguna, dove la 49enne cinese organizzava poi lo "smistamento" nei vari appartamenti a luci rosse.

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