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Cronaca

Incontro con Baretta sul mondo delle associazioni e la riforma del terzo settore

Associazioni di volontariato e parlamentari veneziani insieme per discutere le opportunità e le criticità inserite nella legge delega al Governo per la riforma del terzo settore

“La riforma del terzo settore deve essere un incentivo perchè il territorio e la regione sviluppino un'opinione condivisa sul peso delle associazioni, per tracciare un percorso comune”. Così il sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Pier Paolo Baretta, che venerdì pomeriggio ha incontrato i rappresentanti delle principali associazioni di volontariato del territorio veneziano (tra cui Aido, Anteas, Auser, Avis e Uildm), riunitesi nella sede del CSV (centro servizi di volontariato di Mestre) per discutere della riforma del terzo settore recentemente approvata. “Soprattutto in Veneto, una delle regioni più sensibili al ruolo dell'associazionismo, bisogna chiedersi se lo Stato è in grado di rispondere a un livello sempre più alto di prestazione sociale” ha proseguito Baretta.

“L'Italia è il terzo paese del mondo per attesa di vita, dunque la domanda sociale è destinata a crescere, ridurla è impensabile. Per rispondere alle esigenze di un tessuto sempre più grande, è naturale che lo Stato da solo non può farcela, ma deve affrancarsi di un privato sociale che possa gestire il settore in maniera integrativa e sostitutiva, senza però ridurlo a mercato puro”. “Il tema è molto serio e delicato, ma una discussione di merito può essere affrontata solo se si accetta il seguente presupposto: questo settore, prima di essere riformato, deve autoriformarsi, dandosi un'identità definita e degli obiettivi. Bisogna dunque - ha concluso Baretta - trovare un equilibrio. Per questo mostro la mia piena disponibilità ad aprire un tavolo di lavoro tra le istituzioni e le associazioni del territorio, in modo da analizzare gli aspetti più complessi del tema, ma soprattutto per discutere eventuali proposte di merito”.

Il presidente del coordinamento delle associazioni di volontariato e del CSV, Giorgio Brunello, ha detto: "Le associazioni ritengono positiva la definizione in maniera più puntuale della promozione del volontariato, la separazione tra attività di volontariato e quelle di “economia sociale” facendo chiarezza sulla finora incompiuta ”impresa sociale”, oltre al riconoscimento delle competenze acquisite dai volontari nelle loro attività, il Servizio civile e la questione dei rimborsi spese ai volontari. Positiva anche la stabilizzazione del 5 mille - ha spiegato Brunello - Preoccupazione, invece, e' stata espressa per il finanziamento ai servizi al volontariato attraverso i CSV che stanno assistendo a una costante e drastica riduzione dei finanziamenti provenienti dalle Fondazioni bancarie".

I parlamentari Emanuele Cozzolino (Movimento 5 Stelle) e Giulio Marcon (SEL) hanno manifestato le loro preoccupazioni per il rischio di un potenziale scivolamento del terzo settore verso il mercato. Il riferimento principale è all’articolo 6 che introduce la cosiddetta ‘Impresa Sociale’, un’organizzazione privata che svolge attività d’impresa per le finalità proprie del terzo settore. Perplessità condivise tra mondo politico e associativo anche per quanto riguarda la definizione di ‘terzo settore’ che risulta poco chiara, quasi volutamente ambigua, che non tiene in considerazione le differenze che contraddistinguono i vari soggetti del volontariato, rischiando così di produrre una normativa inefficiente.

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