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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Castello

San Pietro di Castello, Martini: «La mobilitazione fa naufragare la foresteria di lusso»

Il consigliere comunale: «L’impegno e il lavoro dei residenti dell’ex Caserma Sanguineti sono serviti a far tornare la società Artea sui suoi passi»

«La forza che viene dalla mobilitazione, compatta e coordinata, riesce ad avere la meglio sugli interessi privati che ledono l’interesse pubblico. È la lezione forse più importante che si può trarre dalla vicenda di San Pietro di Castello». Così il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini di "Tutta la città insieme!" ripercorre «l’impegno e il lavoro dei residenti dell’ex Caserma Sanguineti e dei cittadini che li hanno supportati con il gruppo Salviamo San Pietro e Sant’Anna sono serviti a far tornare la società Artea sui suoi passi».

Niente più foresteria di lusso per turismo d’impresa all’ex Caserma, come pure l’ennesimo spazio espositivo all’ex Chiesa di Sant’Anna. «Le priorità, infatti, sono altre - dice Martini - sicuramente il recupero dei compendi per dar spazio ad alloggi a prezzi calmierati, ad attività artigiane, alla ripresa degli scavi archeologici, e a un centro civico, che manca in città come l’aria. Se questo però è il futuro possibile, oggi è importante dire che i residenti della Sanguineti sono salvi: rimangono nelle loro case, con ampia tutela per quel che riguarda gli affitti, grazie all’apertura del Demanio. Il direttore Gambardella su questo è stato chiaro in Commissione. La delibera di giunta, che prevedeva che i residenti lasciassero le loro case, non ha più senso di esistere e per questo abbiamo chiesto formalmente che venga ritirata».

Di questo il consigliere ha annunciato che parlerà giovedì in question time, previsto tra le 13.30 e le 14.30, prima dell’inizio del Consiglio comunale. «Verrà infatti discussa l’interrogazione che “Tutta la Città Insieme!” ha presentato a febbraio, proprio per chiedere di annullare la delibera e inziare a lavorare su un piano di recupero concertato e da realizzarsi con finanziamenti pubblici. Quella di San Pietro di Cstello è una vicenda che, ancora una volta, deve insegnare che opporsi a decisioni che vanno sulla testa dei cittadini e contro i loro interessi è possibile».

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