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San Michele al Tagliamento, Confcommercio Bibione sul nuovo nome: «Si pensi al bene comune»

Il presidente Drigo: «Invito a mettere da parte la nostalgia, no a contrapposizioni». Dopo l'assemblea di lunedì scorso, è stallo: al sindaco servono 12 voti in consiglio comunale, impraticabile il referendum

Si è acceso e non poco il dibattito sul nome del comune di San Michele al Tagliamento, che la giunta comunale, di concerto con le categorie economiche, vorrebbe aggiornare in "San Michele al Tagliamento-Bibione", aggiungendovi il toponimo della nota località balneare che lì si trova.

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Dopo l'assemblea di lunedì scorso, dove la maggioranza dei presenti ha mostrato ostilità nei confronti della proposta, nel dibattito interviene con un accorato appello anche il presidente di Confcommercio Bibione, Andrea Drigo: «Sul nuovo nome San Michele al Tagliamento Bibione invito a mettere da parte la nostalgia per pensare al bene comune» ha dichiarato, con una nota stampa che si auspica contribuisca a quietare le polemiche. «Sulla questione della modifica della denominazione del Comune in San Michele al Tagliamento Bibione esprimo il sostegno della delegazione di Confcommercio al Sindaco Flavio Maurutto ed all'Amministrazione Comunale – ha detto Drigo – San Michele al Tagliamento e Bibione formano un'unica comunità: esistono forti legami dal punto di vista sociale, oltre a quelli, evidenti, di natura economica. Bibione, pur essendo una frazione, attraverso il turismo e tutto ciò che da esso deriva in termini di indotto, possibilità di occupazione per i nostri residenti e di investimenti pubblici, è una realtà importante del Comune che merita di essere valorizzata anche da punto di vista della denominazione».

La questione è molto intricata: la demografia del Comune è molto favorevole all'entroterra, rendendo di fatto il risultato di un eventuale referendum scontato a favore del mantenimento dell'attuale denominazione. Mentre la contrapposizione delle due comunità (i bibionesi sono in buona parte di origine veneta, mentre a San Michele si parla prevalentemente friulano) sembra essere stata esacerbata dalla decisione del Comune di avanzare la proposta partendo dalle richieste delle categorie economiche bibionesi. In questa situazione, per il sindaco Flavio Maurutto l'unica via percorribile è quella di avere 12 voti in consiglio comunale a favore, su 17: un passaggio che prevede anche una persuasione della comunità che quei consiglieri rappresentano.

L'auspicio del presidente di Confcommercio è che sulla questione a prevalere siano il buon senso e la volontà di privilegiare il bene comune. «Gli interessi di entroterra e litorale non sono contrapposti: sono due facce della stessa medaglia. Il mio invito è che, dunque, l'unità di intenti possa prevalere in questo momento, così come la volontà di ricercare il bene comune rispetto ad una mera nostalgia» dice Drigo, che con un poco di retorica conclude: «Parafrasando le parole di Armstrong, la modifica del nome del Comune è un piccolo passo per la nostra comunità che però potrebbe permettere alla nostra realtà turistica di fare un grande balzo in avanti in termini di visibilità e riconoscibilità». Difficile però che l'appello basti a placare i dubbi dei cittadini.

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