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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

«Così troveremo Unabomber»: test del Dna per decine di persone

Gli accertamenti genetici si svolgono nelle forme dell'incidente probatorio dopo la riapertura dell'inchiesta, a distanza di 16 anni, sui 34 attentati avvenuti nel nordest tra 1994 e 2006

Francesca Girardi aveva 9 anni quando, nel 2003, sul greto del Piave, raccolse un evidenziatore giallo che le esplose in faccia. Greta Momesso a otto anni fu vittima dell'esplosione di una candela-bomba in una chiesa. Era il 2005. Sono due delle vittime di "unambomber" il misterioso terrorista che si celerebbe dietro a 34 attentati esplosivi avvenuti nel nordest tra 1994 e 2006.

Come riporta Today.it, lunedì, a 16 anni di distanza dai fatti, si terrà una importante udienza davanti al gip del tribunale di Trieste, Luigi Dainotti, che ha riaperto il caso dopo le inchieste del giornalista Marco Maisano e di due vittime degli attentati, Francesca Girardi e Greta Momesso, convinti che alcuni reperti sarebbero stati maneggiati e forse contaminati.

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Oltre agli undici indagati per il caso riaperto di Unabomber alla Procura di Trieste, ci sarebbe un'altra quindicina di persone delle quali il colonnello Giampietro Lago e l'antropologa molecolare forense Elena Pilli dell'Università di Firenze - consulenti della Procura - vorrebbero acquisire il dna. Lo anticipa il quotidiano friulano Messaggero Veneto precisando che si tratta di persone già sospettate all'epoca, residenti nelle province di Pordenone e Udine, e poi non ritenute rilevanti per le indagini.

Evidentemente, però, in Procura non si intenderebbe lasciar nulla di intentato e forse, alla luce delle nuove tecnologie disponibili, sarebbero stati riscontrati nuovi aspetti nelle indagini. Secondo il Messaggero Veneto a questo gruppo di persone verrà chiesto di sottoporsi volontariamente al prelievo del Dna; in caso di diniego, il gip potrà valutare se disporre il prelievo coatto.

A svolgere le indagini negli anni si sono alternati centinaia di investigatori coordinati da più procure: Pordenone, Udine, Treviso, Venezia e, ultima, Trieste. Per questo il capoluogo giuliano è oggi il distretto giudiziario competente. Dell'inchiesta si occupano il Procuratore capo, Antonio De Nicolo, e Federico Frezza.

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