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Cronaca Cannaregio / Campo San Geremia

Palazzo Labia in vendita, i dipendenti Rai: «Non si svendono i gioielli di famiglia»

Non è la prima ipotesi di cessione, se ne parla da decenni. Tuttavia è stato approvata dal Cda una dismissione "a pacchetto"

L'assemblea di redazione della Tgr Veneto riunita in via straordinaria ha respinto ogni ipotesi di vendita di Palazzo Labia, sede della Rai. Il progetto diventa sempre più concreto dopo nell'ultimo Cda dell'azienda televisiva è stata approvata l'ipotesi della vendita "a pacchetto" che comporta la dismissione di una parte del patrimonio immobiliare aziendale, con la cessione di alcune sedi tra cui quella di Venezia, la più preziosa.

«Non si svendono i gioielli di famiglia», dicono i dipendenti Rai. Non è la prima occasione in cui il palazzo viene messo sul mercato, ma la novità è che stavolta fa parte di un unico piano di cessione di immobili aziendali che raggruppa anche la sede Rai di Corso Sempione a Milano, quelle di Genova e Firenze oltre a alcune proprietà nella capitale. La sede veneziana però ha un prestigio e un valore storico e artistico che la rende unica nel patrimonio della Rai.

«Quanto comunicato dal Cdr dopo la recente riunione con l'azienda ci sgomenta e ci preoccupa - afferma il personale del Tgr del Veneto - Ci preoccupa come dipendenti ma soprattutto come cittadini. Oltre ad essere l'ennesima iniziativa che rischia di impoverire ulteriormente la città, si corre il rischio concreto che un importante patrimonio culturale nazionale come quello rappresentato da Palazzo Labia e dal ciclo di affreschi di Giambattista Tiepolo possa finire in mani private, oggetto magari di speculazioni immobiliari», anche se l'utilizzo per finalità turistico-ricettive è escluso. Ieri dai social è apparsa la solidarietà del gruppo consiliare "Terra&Acqua" di Marco Gasparinetti che ha condiviso l'appello dei dipendenti Rai.

«Chiediamo alle istituzioni culturali, a personalità del mondo artistico e scientifico, alle tante associazioni che difendono il patrimonio italiano e veneto, ai cittadini e alle istituzioni che li rappresentano di mobilitarsi - scrive il personale - per evitare la perdita di un bene così prezioso. A fronte di questo pericolo, chiediamo anche al ministero della Cultura che, qualora l'azienda intendesse proseguire su questo percorso, faccia valere il proprio diritto di prelazione per l'acquisizione del palazzo con i suoi capolavori affinché rimanga pubblico». Una richiesta questa che il ministero ha accolto. «Dalla Cisl di Venezia va tutta la solidarietà alla redazione veneta della Rai - commenta il segretario della Cisl Venezia Michele Zanocco -. Ci auguriamo che l'azienda riveda le sue scelte e non venda un edificio storico e una sede prestigiosa come Palazzo Labia. Venezia è conosciuta e visitata da persone di tutto il mondo e cederla sarebbe un brutto colpo per la città».

La consigliera del Partito Democratico, Monica Sambo, definisce «sconcertante per Venezia dover subire ancora un atto violento che le sottrae un altro pezzo di storia artistica e culturale, aggiungendo che è sconfortante apprendere che il Cda della Rai abbia dato il suo assenso a una simile deplorevole azione». La Consigliera prosegue: «La città non deve e non può accettare passivamente nuovi sfregi e deturpazioni del suo tesoro artistico, culturale e storico», annunciando l’invio di una mozione che chiede, a nome del Consiglio comunale, che il sindaco e la giunta intervengano energicamente per bloccare la vendita di Palazzo Labia.

«L’amministrazione deve farsi carico di questo percorso con la Rai ma sarebbe un’azione insufficiente se allo stesso tempo non si lavorasse per mettere in campo politiche per la qualità della vita, della residenza e dei servizi in maniera da renderla appetibile per nuove economie e capace di accogliere nuovi lavoratori», argomenta Sara Arco, delegata al Turismo della Municipalità di Venezia, Murano e Burano. «Il governo ascolti l’appello del Cdr della Rai del Veneto e si attivi per scongiurare la vendita di Palazzo Labia, storica sede regionale della Rai». Lo chiede il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Pd del Veneto, in un’interrogazione a risposta orale depositata oggi ai ministri dell’Economia e Finanze e delle Imprese e del Made in Italy e della Cultura. «Noi siamo pronti a mobilitarci, se il Comune di Venezia ancora una volta deciderà di assistere alla svendita e allo sgretolamento, un pezzo per volta, di Venezia», annuncia Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia. 

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