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Economia San Marco

Bonvecchiati, la scure del licenziamento collettivo per centoventi

Giovedì l'incontro nella sede di Ava. I sindacati lottano per la cassa integrazione nel biennio di stop dell'hotel per la ristrutturazione. «Garantire il riassorbimento dei dipendenti». Filcams e UilTucs: «Si chiude ma ancora mancano le autorizzazioni ai lavori»

Giovedì per la seconda volta il legale che rappresenta l'hotel Bonvecchiati di San Marco, i sindacati e l'associazione albergatori Ava, nella sede di quest'ultima in Strada Nuova, si sono incontrati per discutere della cessione dell'albergo alla spagnola "Palladium" e della chiusura per ristrutturazione alla fine del mese di ottobre.

Uno stop che preoccupa i segretari sindacali Renato Giacchi (Filcams Cgil) e Riccardo Vitulo (UilTucs Uil) in rappresentanza dei centoventi lavoratori del Bonvecchiati: settanta tempi indeterminati e circa una cinquantina di stagionali e contratti a termine. La prospettiva per l'hotel, il cui fondo attuale manterrà la proprietà degli immobili, è quella di collegare il Bonvecchiati da 191 camere con il Palace (4 stelle da 70 stanze) in un’unica struttura da 168 camere, su una superficie di 10 mila metri quadrati: un intervento da 40 milioni di euro. E per fare questo lo stop previsto è di un paio d'anni.

La peggiore delle ipotesi, dal punto di vista delle organizzazioni sindacali, è che venga aperta una procedura di licenziamento collettivo. I sindacati trattano proprio per arrivare alla cassa integrazione per tutti, per il biennio, in modo da proteggere i dipendenti facendo in modo che vengano riassorbiti dalla Palladium che acquisisce l'azienda. «I posti vanno garantiti. Nessuna uscita dal lavoro salvo quelle volontarie», ribadiscono Filcams e UilTucs. 

«Ad oggi non risulta ci siano i permessi per i lavori di ristrutturazione dell'hotel - affermano Giacchi e Vitulo - Ci domandiamo perciò come mai sia stata già fissata la chiusura dell'attività a fine ottobre. Gli interventi, per essere approvati, dovranno passare attraverso un Consiglio comunale: non si capisce perché "mettere il carro davanti ai buoi", quando appare più logico continuare l'attività per incamerare fatturato in attesa delle autorizzazioni. Su questo punto cercheremo l'interlocuzione con il Comune». Prossimo incontro dopo la pausa estiva: le sigle hanno chiesto che a fine agosto al tavolo ci sia anche la proprietà.

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