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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Senza casa niente lavoro e le imprese se ne vanno: il convegno Sicet

Venerdì 20 ottobre alle 9.30 all'hotel Novotel di Mestre con il sindacato degli inquilini e il segretario della Cisl Venezia Zanocco discuteranno associazioni di categoria, inquilini, la politica nazionale, veneta e locale. Ecco i dati

Senza case a prezzi accessibili si rischia di perdere i lavoratori di cui le imprese nel nostro territorio hanno sempre più bisogno. «Molte aziende che non riescono a reperire personale potrebbero decidere di investire in altre aree, i servizi sarebbero sempre meno efficaci per carenza di organici e l’intera economia territoriale regredirebbe, diminuendo le entrate fiscali dei comuni e della città metropolitana». Il tema dell'attrattività delle nostre aree anche dal punto di vista abitativo è l'ordine del giorno del convegno di venerdì 20 ottobre che si terrà al Novotel di Mestre, in cui rappresentanti delle associazioni di categoria, degli inquilini, della politica nazionale, veneta e locale discuteranno con il Sicet (Sindacato inquilini casa e territorio).

Lavoro e case

Demografia, abitazione, reddito, integrazione, economia e welfare sociale: si tratta di uno studio attento e meticoloso, dove sono stati analizzati tutti i punti di vista di un tema delicato, complesso e più che mai attuale come la casa. Troppo spesso, sono trattati in modo disgiunto argomenti come la demografia, il mercato degli affitti nella provincia di Venezia, quali soluzioni per gli studenti universitari fuori sede, la migrazione interna al nostro territorio e l’aumento dei prezzi legato all’eccessiva presenza di alloggi adibiti a uso turistico, non tenendo conto di altri fattori fondamentali.

Come anticipato nella conferenza di giovedì dal segretario generale di Cisl Venezia, Michele Zanocco e dalla segretaria di Sicet Veneto, con delega per Venezia, Victoria Pistòl, si stima che il fabbisogno di personale superi le 31 mila figure professionali in città e che non siano reperibili nel mercato del lavoro locale. Questo impone la necessità di agire su due fronti, spiegano. Da un lato, aumentando l’occupabilità femminile e dei giovani evitando la loro fuga all’estero, agendo sul fenomeno dei Neet (ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione) che in Veneto raggiunge il 12 per cento; dall’altro, è attirando competenze nel nostro territorio da altre province e regioni o guardando a paesi stranieri.

Proposte

Tre proposte per agire: una prima azione da attivare subito riguarda la leva fiscale per rendere più vantaggiose le locazioni per imprese e lavoratori. Una seconda interessa la ristrutturazione di immobili anche pubblici mediante partnership pubblico-private al fine di fornire alloggi a uso foresteria. Infine, un terzo filone riguarda la ristrutturazione e il cambio di destinazione d’uso dei capannoni inutilizzati, vincolandoli all’uso di foresteria anche nella logica della riqualificazione delle aree urbane. Per fare questo, dicono Zanocco e Pistol, è necessario coinvolgere istituzioni, parti sociali e datoriali. Inoltre, bisogna investire sulla riqualificazione urbana delle aree dismesse o sottoutilizzate per poter creare nuovi quartieri residenziali attrattivi. E ancora, pccorre migliorare i collegamenti del trasporto pubblico, a partire dalla metropolitana leggera, e altre infrastrutture come le piste ciclabili e le aree pedonali. Inoltre è indispensabile attuare delle politiche che promuovano la sostenibilità ambientale per le nuove costruzioni e ristrutturazioni, puntando su standard energetici elevati, l’uso di materiali ecologici, l’efficienza energetica con incentivi fiscali.

Residenti

Se il centro storico di Venezia attrae un gran numero di turisti, i comuni attorno stanno vivendo una migrazione dal centro verso le periferie. Nel 1971 le case utilizzate nella provincia di Venezia erano l’87 per cento, nel 2021 la percentuale è scesa al 73,8 per cento, con due decenni dove il calo è stato più vistoso: dal 1971 al 1981 e dal 2011 al 2021. In centro storico di Venezia si ha una presenza ridotta - al di sotto delle 50 mila unità – mentre Mestre e Marghera concentrano la maggior parte dei residenti. Si sta registrando un decentramento abitativo, che sta favorendo comuni come Spinea, Mirano, Noale ma anche Marcon, Jesolo, San Donà di Piave e Noventa di Piave. «Il Sicet – spiega Pistol – crede sia necessario consentire l’applicazione di diverse agevolazioni fiscali che porterebbero a una maggiore disponibilità dell’offerta nel mercato degli affitti».

Età della popolazione

Anche la provincia di Venezia sta affrontando il tema dell’invecchiamento della popolazione, unita al calo della natalità e alla migrazione dei giovani verso altre zone dove ci sono maggiori opportunità lavorative. Negli ultimi tre decenni, se la popolazione residente nella città metropolitana è rimasta invariata (circa 850 mila abitanti), cambia il rapporto tra deceduti rispetto ai nati, con i primi arrivati a essere il doppio dei secondi. Sono cresciuti gli stranieri, arrivati a essere oltre 86 mila (più del 10 per cento dei residenti), concentrati soprattutto nel comune di Venezia ma anche a Cavarzere e Portogruaro.

Immobili

Dalla ricerca di Sicet, nella provincia di Venezia si contano 500 mila abitazioni, di cui 370 mila occupate e 132 mila non occupate. Un dato significativo rappresenta il numero delle seconde case con persone che non risiedono in modo stabile: le stime dicono che ce n’è circa il 30 per cento in centro storico a Venezia. I picchi (anche dell’80 per cento) si raggiungono nelle zone costiere come Caorle, Jesolo, Cavallino e San Michele al Tagliamento (Bibione), note località di mare. Il reddito medio annuo dei lavoratori dipendenti è di circa 21.200 euro, dove Mirano e Noale sono tra i più ricchi della città metropolitana, mentre Venezia, in generale il Miranese, la Riviera del Brenta e alcune aree del Veneto orientale registrano una fascia medio-alta. Se guardiamo alle pensioni, invece, il valore medio si aggira sui 19.300 euro annui: Venezia primeggia ma appena dietro ci sono Mirano, Dolo, Martellago, Portogruaro, Quarto d’Altino e Noventa di Piave.

Stipendi e pensioni

Se approfondiamo il tema degli affitti, questi si dividono in pubblici e privati; nel primo caso, si dividono in quelli Ater (10.671 alloggi di cui 8.709 in edilizia convenzionata) e alloggi comunali gestiti da Insula (circa 5.550 alloggi di cui 5.300 di edilizia residenziale pubblica), gli altri 200 di altri enti e privati. Riguardo al mercato immobiliare privato, a giugno 2023 per gli immobili residenziali in vendita sono stati chiesti in media 2.408 euro al metro quadrato dentro a una forbice tra i 714 euro e i 3.788. I picchi maggiori si registrano a Venezia, Jesolo e Caorle, dove si risente dell’affitto stagionale. Per gli affitti residenziali, la richiesta media è di 14,41 euro al mese per metro quadrato, quando la forbice oscilla tra 6,28 euro e i 23,7. Il valore è in aumento dell’11 per cento rispetto a luglio 2022, raggiungendo il massimo da oltre due anni e facendo registrare una crescita di oltre il 50 per cento dal 2016 e ciò rappresenta un indice di grande difficoltà per chi cerca alloggi: nella sola Venezia, gli alloggi a uso turistico sono circa 8.500.

«Da registrare – osserva Victoria Pistol – come il mercato immobiliare privato preveda condizioni di accesso sempre più proibitive, come ad esempio tre mensilità di deposito per poter accedere agli affitti oltre ai costi di intermediazione e garanzie aggiuntive, che sommati ai prezzi elevati impediscono o rendono estremamente complicata la possibilità di ottenere un alloggio. Per le famiglie che devono sostenere un mutuo o un affitto, il costo per la casa è indiscutibilmente il più pesante che si stima possa arrivare anche al 40 per cento del reddito. Questo fenomeno rischia di ridurre o limitare fortemente la possibilità di residenzialità nella nostra Provincia, con una serie di effetti pesantemente negativi rispetto alle reali necessità del territorio».

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