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Crisi Economica Marghera

Autunno "bollente" sul fronte del lavoro: Eni taglierà cento dipendenti?

Troppi i fronti aperti sul fronte occupazionale nel Veneziano: dalla Vinyls alla Beltrame fino alla Pansac. Nei prossimi mesi, ma il colosso italiano smentisce, potrebbe scoppiare un'altra "bomba"

Una lunga e dolorosa processione. Quella dei rappresentanti dei lavoratori che arrivano in Prefettura per tentare di "negoziare" nuovi piani industriali che prevedono decine di cassintegrati (nella migliore delle ipotesi) o di licenziamenti.

La crisi nel Veneziano sta colpendo con violenza, specie nel luogo deputato più di altri all'industria: Porto Marghera. Se ieri i dipendenti Alcoa hanno scioperato per due ore in solidarietà dei colleghi sardi arrivati a Roma per difendere il proprio posto, secondo i sindacati potrebbe scoppiare un'altra "bomba" a livello produttivo. L'Eni, che però da parte sua smentisce, avrebbe pronto nel cassetto un nuovo piano industriale che porterebbe con sè la cassa integrazione o il prepensionamento di un centinaio di dipendenti.

Un terzo della forza lavoro impiegata nella raffineria di Porto Marghera. Questo dopo che lo stabilimento aveva riaperto solo a maggio, dopo sei mesi di altra cassa integrazione ordinaria. Questo piano prevederebbe la riduzione di un terzo dei lavoratori, a fronte di una riduzione dei prodotti raffinati tradizionali.

A questa situazione si aggiungono le storie grandi e piccole di decine di imprese con l'acqua alla gola, dalla Vinyls all'accaieria Beltrame, fino alla Pansac. E l'autunno, che di sicuro sul fronte occupazionale sarà "bollente", deve ancora iniziare.
 

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