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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Carenza di organico all'Inps, la Funzione pubblica della Cisl pronta allo sciopero

Grella: «Condizioni sono drammatiche a Venezia, nelle agenzie e nella sede regionale della provincia»

«La situazione è grave e le aperture che l'azienda ha fatto alle nostre richieste non possono soddisfarci: non si danno le risposte necessarie all’emergenza in atto all’interno dell’Inps». Sono parole del segretario provinciale di Funzione pubblica (Fp) Cisl Venezia, Massimo Grella, durante l’incontro della settimana scorsa in videoconferenza tra sindacati, vertici della prefettura di Venezia e Inps.

«Le condizioni sono drammatiche non solo nella sede del capoluogo veneto ma pure nelle agenzie e nella sede regionale della provincia - continua Grella - Si parla di una carenza stimata di 291 unità, mentre per il solo Veneto ci sono circa 150 uscite per mobilità, a cui si devono aggiungere 15 posti carenti proprio in direzione regionale. Gli ingressi, invece, saranno 206 a meno di rinunce». 

Su Venezia sono previste 28 nuove assunzioni ma probabili 70 uscite tra mobilità e pensionamenti. «E sono figure già formate, mentre con i nuovi assunti si dovrà ricominciare daccapo. Non solo, nella direzione generale saranno assegnate 412 persone, contro le 206 per il Veneto, dove ci sono 37 sedi, di cui otto nel Veneziano. Troviamo incomprensibile il modo di distribuire le risorse umane - prosegue il segretario provinciale di Fp Cisl - dove si mette a rischio l’erogazione dei servizi, che non comprendono solo le pensioni e la parte assicurativa ma pure il welfare per l’intero paese».

Fp Cisl di Venezia teme le ripercussioni che si possono verificare sul tessuto sociale. «Dobbiamo far capire al nostro governo - conclude Grella - che il territorio non può andare avanti in queste condizioni: per noi il livello di tolleranza è finito. Parliamo di organici con un’età media di 62 anni e dobbiamo registrare pure il problema che molte persone del sud non vengono più al nord a lavorare nel pubblico impiego come accadeva un tempo. Le retribuzioni non consentono di fare dei progetti di vita così come capitava anni fa, ora siamo in un’altra epoca. La stessa Inps non è più appetibile come poteva esserlo in passato. Se non avremo le risposte adeguate, non ci resta che lo sciopero».

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