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Edilizia sull'orlo del baratro: 500 lavoratori in meno, stipendi in calo

Il presidente di Ance Venezia Ugo Cavallin: "Non siamo il bancomat dello Stato. Tassazione lievitata del 200%, cosi uccidono il nostro settore"

"Mentre lo Stato e gli enti locali attingono al "bancomat" della fiscalità immobiliare per risanare i conti pubblici, un intero settore si impoverisce progressivamente. È inaccettabile che in soli 2 anni la tassazione su un bene primario come la casa sia aumentata del 200%". Lo sostiene Ugo Cavallin, presidente di Ance Venezia, nel corso dell'annuale assemblea privata dell'associazione dei costruttori che si è svolta alla Cittadella dell'Edilizia a Marghera, la nuova sede del sistema bilaterale delle costruzioni.

A dicembre 2013, le 1171 imprese iscritte alla Cassa edile (- 8% rispetto al 2012), hanno generato un monte salari di 81 milioni di euro, in calo di 14 milioni (-15%) rispetto al 2012. Per il 2014 si prevede una decrescita ulteriore dei redditi nel comparto edile industriale veneziano, che dovrebbero attestarsi intorno ai 76 milioni di euro. Nel 2013 si sono persi circa 500 lavoratori e il numero degli operai iscritti alla Casse edile, che è l'ente bilaterale di mutualità e assistenza, scende da 8.599 a 8.108 (-6%).

"La casa - continua il presidente Cavallin - non può essere più il bersaglio principale delle politiche di rigore del governo, che non generano ricchezza, né occupazione, né Pil. Si è ormai innescato un circolo vizioso che ha partorito il mostro del Patto di stabilità, come applicato in Italia. Gli effetti sono che i costi legati alla gestione della Pubblica amministrazione sono cresciuti di un ulteriore 3% nell'ultimo anno, mentre gli investimenti sono scesi dell'8 per cento. Le nuove infrastrutture, dimezzate rispetto al periodo ante crisi, hanno segnato nel solo ultimo anno un meno 10,9%".

"Alla carenza di risorse pubbliche si aggiunge la difficoltà di utilizzare quelle già stanziate. Pochi ne parlano - aggiunge Cavallin - ma anche i fondi promessi dal governo Renzi per la riqualificazione delle scuole (13 milioni per 164 edifici della provincia veneziana) rischiano di non essere spesi in tempi brevi. I fondi governativi saranno effettivamente svincolati dal Patto di stabilità, ma non lo saranno le quote di cofinanziamento che in una percentuale minore dipendono dagli enti locali. Ancora una volta, pur in presenza di disponibilità economica, le opere rischiano di rimanere bloccate".

Per il presidente Cavallin in Italia esiste un'inguaribile cultura anti-impresa: "Il caso della Torre Cardin né è un esempio: nessun funzionario o dirigente pubblico risponderà della "svista" riguardante l'inesistenza di vincoli nell'area in cui sarebbe dovuto nascere un progetto utile alla città".

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