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Economia Marghera / Porto Marghera

"Ma quali Grandi Navi, a Porto Marghera rimanga solo la vocazione industriale"

La Filctem Cgil contraria all'arrivo delle navi da crociera, come potrebbe decidere il governo. Il segretario Colletti: "C'è un rapporto inconciliabile tra impresa e turismo"

"Troppa superficialità, si sottovalutano le conseguenze di portare le Grandi Navi a Porto Marghera". A prendere posizione è il segretario generale della Filctem Cgil, Riccardo Colletti, all'indomani delle dichiarazioni del sindaco Luigi Brugnaro secondo cui le grandi navi transiteranno per il canale Vittorio Emanuele "ma le più grandi che si costruiranno in futuro saranno portate lì". Il nodo cruciale che difficilmente sarà sciolto, secondo Colletti, sarà il rapporto inconciliabile tra turismo e industria: "Le aree di Porto Marghera devono rimanere industriali, manifatturiere e logistiche soprattutto per il bene della nostra economia - dichiara - Cercando la via breve per accontentare soggetti privati, si continua a perseguire una strada che in questi ultimi anni ha sempre dimostrato sprechi di soldi pubblici, speculazioni ma soprattutto il decadimento di una classe politica che, con alcuni soggetti pubblici, ha tratto benefici personali a scapito della collettività".

L'ordine delle priorità, secondo una nota della Filctem, deve essere rivisto: "Prima di parlare delle Grandi Navi a Porto Marghera si parli di bonifiche, di gestione di un’area di crisi complessa, di un rilancio dell’industria volutamente messo in difficoltà dalla mancanza di strategie e soprattutto da una burocrazia che ha penalizzato le aziende esistenti - afferma Colletti - Chi ha creato questa crisi, chi ha creato questo progressivo decadimento? Per me è frutto di una strategia ben definita composta da realtà che oggi stanno prendendo forma per incassare il profitto. Questo è quello che definisco il modo e la caratteristica con cui gli avvoltoi inseguono la propria preda".

Nel mirino anche il "conflitto d'interessi" del sindaco Brugnaro: "La cosa più scabrosa è che imprenditori poi diventati sindaci hanno comprato terreni per pochissimi soldi e oggi ci stanno parlando di un’area di sviluppo legata al turismo dove, ovviamente, i costi delle bonifiche seppur su terreni privati, saranno scaricati addosso alla collettività - conclude Colletti - ed è per questo motivo che forse la via del turismo è quella che permette loro di portare un progetto che allontani l’industria, assestando così il colpo finale alla storia industriale di Porto Marghera".

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