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Economia

Fnp Veneto: «In campagna elettorale non si parla di natalità e occupazione»

Il sindacato a convegno sul calo demografico e la tenuta delle pensioni. «Donne solo come oggetto di violenza, migranti: solita retorica. Ai giovani si strizza l'occhio sui social»

«Siamo all'inizio della fine della tenuta del sistema previdenziale se non vengono messe ora in atto politiche per la natalità, per l'occupazione delle donne e dei giovani, politiche per una gestione mirata dei flussi migratori e politiche per la crescita». Al convegno organizzato dalla Fnp Veneto (Federazione nazionale pensionati della Cisl) nei giorni scorsi, al centro del dibattito il calo demografico, l'occupazione e le pensioni. «Se non si ferma la "tempesta demografica perfetta" già ora, nel 2050 il rapporto tra popolazione non attiva e attiva sarà dell'87%: significa che ci vorranno 100 persone al lavoro per sostenerne 87 che non possono esserlo».

In altre parole, «senza figli e senza occupazione di donne e giovani il sistema previdenziale salta», afferma il sindacato dei pensionati Fnp che lancia una provocazione in vista del 25 settembre anche in Veneto. «In campagna elettorale non si parla di natalità e occupazione e il sistema previdenziale sta per saltare». Se il rapporto tra chi lavora e chi no, cioè tra persone che possono essere attive e categorie non presenti in ambito occupazionale, come bambini, adolescenti e anziani, si allontana dal 50%, spiega la sigla della Cisl, il sistema pensionistico salta.

La campagna sui social

«In termini previdenziali il 2050 è "domani": i conti con l'invecchiamento della popolazione non reggeranno se la natalità e l'occupazione restano ai livelli di adesso - commenta Tina Cupani (pensionati Cisl del Veneto) -. Discutere di politiche lungimiranti dovrebbe essere oggetto di campagna elettorale, invece si parla di donne solo come oggetto di violenza; si parla di migranti nella solita retorica; non si sentono idee per sostenere la crescita del Paese e non si parla nemmeno di giovani. Si parla "ai" giovani strizzando loro l'occhio nelle piattaforme che usano».

I dati

L'aspettativa di vita è in aumento, spiegano sindacalisti ed esperti (dai 74,6 anni del 1982 agli 82,1 di oggi), il calo demografico (da 1,6 a quasi 1,2 figli per donna nello stesso lasso di tempo) e lo spostamento in avanti dell'età in cui una donna ha il primo figlio (da 25 anni del 1982 ai 31,3 del 2019) sono fenomeni comuni a tutti i paesi europei da 40 anni. «La differenza - sostiene Fnp - è nelle misure che sono state adottate per affrontarne le conseguenze. Da noi sempre poche e sempre tardi. La natalità aumenta nelle coppie in cui entrambi lavorano, e ancor di più se entrambi hanno lavori stabili. Siamo convinti - continua il sindacato - che la ricetta per la sostenibilità del sistema sia il lavoro, dignitoso e pagato adeguatamente. E più lavoratori». La Cisl calcola che in Veneto, «se le donne arrivassero allo stesso tasso di occupazione degli uomini, staremmo parlando di 200 mila lavoratrici in più».

Riforma delle pensioni

«Meccanismi certi di flessibilità in uscita - conclude Cupani sul capitolo delle pensioni e riforma Fornero - I lavori non sono tutti uguali e non si può rimanere appesi di anno in anno alla legge di Bilancio. Serve una riforma che sostenga la maternità, con un anno di contribuzione per ogni figlio, e che sostenga i giovani, con una pensione di garanzia che compensi l'oggettivo rischio di avere assegni molto bassi: ricordiamoci che chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996, con il sistema interamente contributivo, non avrà l'integrazione al minimo».

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