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In dieci anni persi quasi 30 mila lavoratori under 34 in Veneto

Tra il 2023 e il 2027, il mercato del lavoro veneto richiederà circa 250 mila addetti in sostituzione delle persone destinate ad andare in pensione

In Veneto ci sono 28.500 giovani in età lavorativa tra i 15 e i 34 anni in meno rispetto a dieci anni fa. Questa contrazione della popolazione nella fascia più produttiva della vita lavorativa ha, rispetto alle regioni del sud, una dimensione molto contenuta. Tuttavia, spiega la Cgia di Mestre, «nei prossimi anni l’onda lunga della denatalità investirà anche la nostra regione con effetti sul mercato del lavoro molto negativi».

Già oggi sono molti gli imprenditori che faticano ad assumere personale, non solo per il problema di trovare candidati disponibili e professionalmente preparati, ma anche perché la platea degli under 34 pronta ad entrare nel mercato del lavoro si sta progressivamente riducendo. La crisi demografica sta facendo sentire i suoi effetti «e nel giro di breve tempo la rarefazione delle maestranze più giovani è destinata ad accentuarsi ulteriormente».

Tra il 2023 e il 2027, ad esempio, il mercato del lavoro veneto richiederà poco meno di 250 mila addetti in sostituzione delle persone destinate ad andare in pensione. Con sempre meno giovani destinati a entrare nel mercato del lavoro, rimpiazzare una buona parte di chi scivolerà verso la quiescenza diventerà un grosso problema per tanti imprenditori. Anche se nel Veneto ha dimensioni molto contenute, il tasso di disoccupazione giovanile è comunque al 13,4 per cento.

I giovani calano di numero e rimangono ancora troppo lontani dal mercato del lavoro. Il quadro, nel Veneto, si presenta meno sconfortante di altre aree del Paese, ma comunque destinato a peggiorare e rischiamo di pagare caro se, come sistema Paese, «non torneremo ad aumentare il numero delle nascite e a investire maggiormente nella scuola, nell’università e, soprattutto, nella formazione professionale», sottolineano dalla Cgia di Mestre.

Denatalità in Veneto

Le province venete più colpite dalla denatalità sono state Rovigo e Belluno. Se il capoluogo polesano in questo ultimo decennio ha subito una contrazione del 15,3 per cento (-7.214 giovani), quello dolomitico ha registrato un -5 per cento (-1.976). Più contenute, invece, le flessioni di Padova con -2,9% (-5.481), Vicenza con -2,4% (-4.487), Verona con -2% (-3.942), Treviso con -1,7% (-3.083) e Venezia con -1,4% (-2.263).

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