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Economia

SuperJet, più vicino il passaggio al fondo degli Emirati Arabi

Quote societarie da Yakovlev (ex Irkut) a MarkAB: 450 persone si andrebbero ad aggiungere ai 120 dipendenti attuali. Adesso il tutto è nelle mani del governo

Appare più vicino il passaggio delle quote societari di SuperJet da Yakovlev (ex Irkut) a MarkAB, fondo degli Emirati Arabi. Questo è emerso durante la riunione di mercoledì in Confindustria. L'obiettivo è avere su Venezia un’occupazione di eccellenza con 450 persone che si andrebbero ad aggiungere alle 120 di adesso. Al tavolo c'erano il presidente di SuperJet Vincenzo Capobianco, l’amministratore delegato della stessa azienda Camillo Perfido, i rappresentanti dei sindacati di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Failms. SuperJet ha parlato di come siano stati fatti dei passi in avanti dalle controparti sul passaggio delle quote societarie da Yakovlev (ex Irkut) a MarkAB, fondo degli Emirati Arabi.

Adesso il tutto è nelle mani del governo (ministero dell’Economia e delle finanze), che dovranno dare il loro avvallo finale, assieme all’Agenzia del Demanio e, subito, dopo il Comitato di Sicurezza finanziario. Non solo, perché l’operazione porterà anche importanti investimenti in Italia e alla creazione di nuovi posti di lavoro, si dice. Infatti, il progetto prevede che sul sito di Venezia l’occupazione arrivi a 550 lavoratori, con un indotto che potrebbe arrivare tra Venezia e altre città storiche aeronautiche a 2.000 posti di lavoro.

«Sappiamo bene delle difficoltà del progetto e dei grandi sforzi fatti dall’azienda – spiega Alberto Gomiero della segreteria Fim Cisl Venezia – e ci auguriamo che l’iter per arrivare al via libera del governo sia il più veloce possibile. Di certo questa rappresenta un'occasione importante per il rilancio del territorio anche a livello di professionalità». Soddisfatto il segretario della Cisl Venezia, Michele Zanocco. «Chiediamo alle istituzioni – commenta – di chiudere rapidamente l’iter necessario affinché il progetto possa partire, garantendo, dopo così tanto tempo d’attesa, la necessaria certezza occupazionale per i lavoratori e di sviluppo dell’economia locale. Dopo l’interesse sempre più crescente del fondo degli Emirati Arabi, sarebbe una follia ritardare l’avvio del progetto. Vogliamo rimanere fiduciosi che le istituzioni faranno del loro meglio per l’interesse comune».

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