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Economia Marghera

Riparte la 3V Sigma, Cisl: «Rilancio di Marghera. Non ha fatto la fine di altre imprese»

Già 15 operai al lavoro a pieno regime dopo il rogo del 2020 che causò il ferimento grave di due operai e cancellò 12 mila metri quadrati di fabbrica: il 90 per cento del totale

Riparte la 3V Sigma di Porto Marghera a tre anni dall’incendio del 15 maggio 2020 che provocò il grave ferimento di due operai di una ditta di Terni. Gli impianti di idrogeno e ammoniaca hanno iniziato a produrre a pieno regime e nelle prossime settimane partirà la produzione di Tmpina dell’impianto Pm3. I primi 15 lavoratori hanno già iniziato a operare a regime pieno perciò è iniziata una nuova fase per l’azienda e i dipendenti che, in questo triennio, hanno beneficiato degli ammortizzatori sociali. Molti hanno trovato lavoro in altre realtà (all’epoca erano impiegati 47 lavoratori), in sei hanno resistito sperando in un nuovo futuro in 3V Sigma e ora un sospiro di sollievo arriva anche per i due siti bergamaschi di Mozzo e Grassobbio, con circa 200 lavoratori, visto che la Tmpina prodotta a Marghera, quando l'impianto si è fermato è stata acquistata fuori a costi alti.

«La scelta di rimanere a Marghera e l'investimento nell'occupazione e nelle nuove produzioni come l'idrogeno, indicano come il nostro territorio possa essere il luogo dove le nuove tecnologie possono svilupparsi - commenta il segretario di Cisl Venezia Michele Zanocco - consentendo il rilancio del polo di Marghera». Soddisfatti anche il segretario di Femca Cisl Venezia, Francesco Coco, e il rappresentante della Rsu, Marco Bello. «Abbiamo seguito ogni operazione, presenziato a ogni tavolo pur di vedere la ripartenza di 3V Sigma, diversamente da come accaduto per molti impianti del petrolchimico - affermano -. Riconosciamo gli sforzi e i costi sostenuti dall'azienda in questi anni anche per rafforzare le misure di sicurezza». Il vasto incendio cancellò 12 mila metri quadrati di fabbrica, circa il 90 per cento del totale, sei le persone accusate di lesioni colpose sul lavoro: due vertici lombardi della società, un coordinatore locale, i due assistenti in turno quel giorno e il titolare della General Montaggi per cui lavoravano i due operai feriti. Compariranno davanti al giudice il prossimo 31 gennaio.

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