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Stipendi e pensioni al palo (2011-2021). Venezia città più povera del nord-est

L'indagine sui redditi della Fondazione Gianni Pellicani sui dati del ministero dell’Economia e delle Finanze. Capoluogo lagunare con il dichiarato più basso. Grossa distanza con Milano, ma anche con le turistiche Firenze e Roma

Venezia, dice l’indagine sui redditi della Fondazione Gianni Pellicani, che ha lavorato sui dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, è più povera rispetto agli altri capoluoghi del nord-est (veneti e del Friuli Venezia Giulia) e anche a confronto con città come Milano, Bologna, Firenze e Roma. «Abbiamo lavorato sulle dichiarazioni Irpef - commenta il segretario della Fondazione, Nicola Pellicani - diciamo che stupisce rilevare nel capoluogo lagunare, inserito nei circuiti delle grandi aree internazionali, redditi addirittura più bassi che a Belluno, Rovigo e Pordenone». Non solo, dice lo studio, al di là della crescita zero di stipendi e salari nel nostro Paese rispetto all'area Ocse, i redditi medi annui veneziani (rispetto a quelli di Padova, Treviso, Verona, Belluno, Rovigo e in parte anche Vicenza, tutti leggermente aumentati) sono rimasti praticamente gli stessi in dieci anni (2011-2021).

«Se ci sia evasione fiscale non spetta a noi dirlo e non possiamo desumerlo - prosegue Pellicani - È un aspetto su cui ragionare». Mentre il 40 per cento dei contribuenti (dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi) dichiara un'Irpef sotto i 15 mila euro lordi all'anno (circa 800 euro netti al mese) solo il 6 per cento supera i 55 mila euro. Per la prima volta in questa indagine, che è il terzo approfondimento del progetto "Ri-Pensare Venezia" della Fondazione, c'è un focus quartiere per quartiere (il ministero divide i contribuenti per cap), che rende una fotografia del territorio dove la ricchezza appare concentrata nelle aree più centrali del centro storico, mentre nelle isole si registrano le dichiarazioni più basse. Nel 2021, i redditi a Santa Croce (29.894 euro) e San Polo (29.787 euro) sono in testa con San Marco (28.944 euro). In coda, in terraferma, ci sono Marghera (18.665 euro), Murano (17.919 euro) e Burano (16.550 euro). Se isoliamo quelli dei lavoratori dipendenti, la graduatoria cambia: Santa Croce (28.966 euro lordi annui), Dorsoduro (27.279) e San Marco (26.879 euro), Marghera (18.102 euro), Murano (17.829 euro) e Burano (15.102). Passando agli autonomi, San Polo è primo (92.333 euro), seguono Mestre centro (Corso del Popolo-Via Torino) (86.045 euro) e Santa Croce (74.521 euro) e ultimi tre Giudecca (43.179 euro) Burano (36.602 euro) e Sant’Elena (35.314 euro). 

Nel Comune di Venezia il reddito medio annuo è il più basso del nord-est: anche in Friuli Venezia Giulia i numeri sono più alti con Pordenone (24.196), Trieste (23.279) e Udine (24.725). Se in generale nel nostro comune è il 41 per cento dei contribuenti a dichiarare meno di 15 mila euro all’anno, in altre città la situazione è migliore, infatti a Belluno in questa fascia di reddito c'è il 30 per cento di quanti dichiarano e a Padova e Verona il 37. Anche guardando la situazione di altre città come Bologna e Roma, il reddito medio annuo supera i 26 mila euro, mentre a Milano siamo sopra i 33 mila e quanti hanno il reddito superiore ai 55 mila euro sono il 15,5 per cento dei contribuenti. Se ci si sposta sulle isole, per esempio, o a Marghera e Malcontenta (con stipendi che ruotano attorno ai 19 mila euro), il dato crolla a dimostrare le importanti differenze interzona. A Burano dove il reddito medio è pari a 16.550 euro lordi annui, il 57 per cento dei contribuenti dichiara meno di 15 mila euro lordi, contro il 41 per cento che è la media del comune. «A pochi metri di distanza, troviamo condizioni socioeconomiche molto diverse - sostiene Maurizio Busacca, coordinatore scientifico del progetto - Situazione che richiama l'importanza di politiche basate sulle evidenze». Distinguendo la fonte di reddito, circa il 60 per cento dei contribuenti Irpef lavora come dipendente. «Salta all’occhio come lo stipendio in dieci anni sia addirittura diminuito dell’1,4 per cento - argomenta la Fondazione Pellicani. Gli autonomi invece - il cui numero si è quasi dimezzato e che nel 2021 erano l’1,5 per cento dei contribuenti - se la passano meglio: il reddito medio è aumentato del 40,8 andando a sfiorare i 68 mila euro quasi, contro i circa 48 mila del 2011».

«Con questo terzo insight – conclude il segretario della Fondazione - intendiamo comporre un altro tassello del nostro progetto che mira a descrivere la città in cui viviamo a progettare la città che vogliamo. La prima indagine ha analizzato la fuga dei giovani negli ultimi vent’anni, poi ci siamo concentrati sul rapporto fra presenza di residenti stranieri e professioni sempre più dequalificate. Ora abbiamo indagato i redditi che conferma purtroppo alcune tendenze molto preoccupanti. Intanto fa molto riflettere che una città come Venezia, che detiene il record di presenze turistiche e sia nel circuito internazionale delle grandi città Europee risulti la più povera del nord-est. Venendo all’analisi dettagliata dei quartieri inoltre, è la disparità tra il reddito medio di San Polo (29.787 euro) e quello di Marghera (18.665 euro) a essere evidente, con oltre 11 mila euro di scarto. Questa è la dimostrazione che bisogna agire sulla base economica della città e investire di più in politiche di coesione».

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