A Ca' Corner la mostra documentale "1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia"
Nell’ambito delle celebrazioni organizzate in occasione del Giorno della Memoria, a Ca’ Corner è stata inaugurata la mostra documentale "1938 - 1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia", frutto di un’iniziativa della Prefettura di Venezia in collaborazione con la Città Metropolitana di Venezia, il Centro di documentazione ebraica contemporaneo, il Ministero dell'Interno e il Ministero della Cultura.
L'esposizione – che resterà visibile al pubblico fino all'8 febbraio 2024 – illustra, attraverso testi, documenti ufficiali, giornali, lettere private, diari e foto, la persecuzione antiebraica attuata in Italia dal 1938 al 1943, articolata in quattro sezioni (gli ebrei in Italia dal 1848 al 1938, gli ebrei in Italia dal 1938 al 1943, la Shoah e gli ebrei dopo il 1945).
«Questa esposizione è un tributo alla sofferenza delle tante persone vittime dell'atrocità, private della loro dignità all'interno dei campi di sterminio – ha dichiarato il sottosegretario sottosegretario di stato al Ministero dell'Interno Wanda Ferro –. Un'occasione per rafforzare la memoria di un momento oscuro della nostra storia, difficile da raccontare, ma che questa esposizione riesce a tenere viva grazie ai documenti dell'epoca che ben ricostruiscono ciò che è stato. È una chiamata alla responsabilità per ciascuno di noi, perché non venga mai abbassata la guardia. Una memoria che deve essere tramandata ai giovani, a cui dobbiamo insegnare che la diversità non è una minaccia, non deve fare paura. La memoria dell'Olocausto deve rafforzare la nostra identità democratica, celebrare il Giorno della Memoria vuol dire rinforzare i principi della giustizia, della libertà e del rispetto».
«La nostra è una comunità viva, che partecipa ai momenti di collettività importanti come è la celebrazione del Giorno della Memoria – ha commentato il sindaco Luigi Brugnaro –. Ma è una comunità in cui dobbiamo riuscire a portare la voce dei nostri giovani perché il ricordo di ciò che è stato non sia solo retorica. La memoria non può essere solo un momento di riflessione, una cerimonia che ricorre periodicamente. Fare memoria vuol dire anche difendere i presidi di libertà che sono stati costruiti negli anni e che ancora oggi sono messi a rischio».