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"Il verbale resti in veneziano", ma la Digos non approva e rimane bianco

Albert Gardin, leader degli indipendentisti, interrogato in questura ha preteso di non rispondere in italiano. Nessuna trascrizione

Un bel dilemma. Albert Gardin, uno dei leader veneziani del movimento indipendentista, ha di sicuro messo in difficoltà i dirigenti della Digos di Treviso che l'avevano convocato in questura a Venezia per una manifestazione non autorizzata a Vittorio Veneto dello scorso 3 novembre. L'editore, da sempre dichiaratosi contrario al trattato di Campoformido, ha preteso di rispondere alle domande in lingua veneta e di firmare i verbali solo se le sue affermazioni fossero state mantenute in veneziano.

I funzionari addetti alla verbalizzazione, però, hanno ritenuto di non poter procedere. Quindi i verbali sono rimasti intonsi. Bianchi. Gardin ha comunque deposito una memoria in veneziano nella quale fa presente che “la denuncia vien espressa in lingua veneta, una lingua italiana che se parla e se scrive in Italia e che nessuna legge ga mai messo al bando o dichiarà illegal”.

Albert Gardin si chiede: "E la letteratura veneziana è una letteratura “straniera”? Maffo Venier, Carlo Goldoni, Giacomo Casanova, Giorgio Baffo, Giacinto Gallina, Giacomo Noventa o Andrea Zanzotto erano foresti?".'

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