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Venezia "città campus", Cgil: «La formazione universitaria non sia legata solo al turismo»

Giordano: «Professioni culturali al centro del rilancio della città. Bene l'aumento degli universitari. Il problema sta nel cambiare il sistema produttivo. Serve un’economia “plurale” non solo turistica: così i laureati di alto livello diventano residenti»

«Bene gli investimenti ma serve anche lavoro di qualità e aumento di residenti». Così la Cgil di Venezia sulla "città campus", il progetto avviato dalla Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità venerdì alla presenza del ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, e dei rappresentanti delle principali istituzioni universitarie veneziane (Ca’ Foscari, Iuav, conservatorio Benedetto Marcello, Accademia delle belle arti).

«Un fatto positivo - commenta il segretario generale Daniele Giordano - fare in modo che aumenti il numero di studenti universitari presenti in città. Non possiamo legare la nostra offerta formativa esclusivamente alle decisioni delle imprese, pur fondamentali per la crescita del territorio. Il ruolo delle Università non è solo quello di formare laureati “tecnici” che siano immediatamente spendibili sul mercato del lavoro. Per questo lo sviluppo del territorio dev'essere indicato da una molteplicità di enti politici e sociali, e l’Università che sicuramente ha carenza di finanziamenti non si può piegare esclusivamente ai bisogni delle imprese. Le professioni culturali sono centrali nel rilancio di Venezia, troviamo dunque poco lungimirante stabilire automatismi tra indirizzi tecnici e offerta di lavoro».

L'altro tema è quello della residenzialità. «Al Comune di Venezia servono maggiori residenti - continua Giordano - in particolare sappiamo tutti come serva ripopolare la città d’acqua. Da questo punto di vista un aumento degli studenti può essere positivo se si intreccia con politiche diverse per la residenza. Non si possono solo aggiungere studenti ai turisti come popolazione “transitoria”: rischiamo di avere nuovi fenomeni che incentivano lo spopolamento. L'inserimento di ulteriori studenti deve essere un processo gestito e accompagnato da politiche sulla residenzialità, altrimenti non potremo che aspettarci un ulteriore aumento dei prezzi degli affitti».

Infine sul tema del lavoro, «se il nostro sistema produttivo continua, come evidenziano i dati del 2023, a offrire lavori a bassa qualificazione e precari - argomenta il segretario della Cgil veneziana - difficilmente gli studenti che verranno poi si fermeranno. Serve quindi una seria riflessione su come si costruisce un’economia “plurale” e non solo turistica, per fare in modo che laureati di alto livello abbiano l’opportunità di restare. Chiediamo che si apra una discussione su come cambiare il tessuto produttivo della nostra città, non limitata a grandi gruppi economici ma affrontata in Consiglio comunale e con le forze sociali del territorio».

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