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Weekend di sole, assalto ai trasporti. Gasparinetti e Sambo: «Venezia capitale della sostenibilità, parole lontane dai fatti»

La posizione dei capigruppo di opposizione in Consiglio comunale. «In questi anni la città è diventata prima provincia per consumo di suolo - commentano - il nostro Comune è il più inquinato d’Italia»

«Fare di Venezia la “capitale mondiale della sostenibilità” è un auspicio condivisibile, da sottoporre tuttavia a verifica per superare l’abisso che separa la realtà dalle dichiarazioni fatte a Dubai, capitale mondiale del lusso e dello spreco energetico», attacca il consigliere comunale di opposizione Marco Gasparinetti (Terra e Acqua). Nel mirino i problemi del trasporto pubblico locale in una città ancora presa d'assalto in questo weekend di bel tempo, sole e temperature miti a Venezia. Forte l'ultimo prima dell'autunno. «Ci vogliono anche i fatti e non solo proclami, come ha fatto il sindaco in questi anni», afferma la capogruppo del Pd Monica Sambo.

«Il sindaco Brugnaro per muoversi in città usa un’automobile di grossa cilindrata, un motoscafo privato e uno yacht da 30 metri, alimentati da motori che di sostenibile hanno ben poco. Sono dettagli che fanno sorridere ma non è questo l’ostacolo principale: la politica si nutre di vizi privati e pubbliche virtù. Di sostenibile a Venezia ci sono le gambe e le braccia dei residenti, che effettuano a piedi gran parte dei tragitti che in altre città comportano emissioni di CO2, e quando arrivano a casa con le braccia cariche di borse della spesa, o con i bambini più piccoli in braccio, nella stragrande maggioranza dei casi non hanno neanche un ascensore ad attenderli. Di sostenibile a Venezia c’era lo stile di vita dei residenti, peccato che siano una specie in via di estinzione e che nulla o quasi sia stato fatto, negli ultimi 20 anni, per trattenerli o riportarli a Venezia», sostiene il consigliere.

Per Gasparinetti la realtà dei fatti «è radicalmente agli antipodi del proclama di “sostenibilità”: dall’ampliamento dell’inceneritore voluto da Veritas a quello di un aeroporto costruito a scapito della gronda lagunare, che si mangia pinete e barene circostanti; dalle varianti urbanistiche che trasformano il verde pubblico in aree edificabili (i terreni acquistati dalla Reyer alla vigilia della variante 49 e quelli della Setten in Viale San Marco, con la variante 79) alla storia delle mancate bonifiche a Marghera, a Murano e ai Pili. La qualità dell’aria ci vede agli ultimi posti in Italia e in Europa, dove i dati del 2020 vedono soltanto tre Paesi superare i valori limite per le Pm 2.5: Ungheria, Polonia e Italia, nel triangolo compreso fra Mira Venezia e Padova», continua Gasparinetti - Capitale mondiale della sostenibilità è un legittimo auspicio e un ottimo slogan per attirare finanziamenti pubblici. Bene, purché non sia per sventrare ciò che resta della laguna con nuovi scavi come quello del Montiron o con la nuova direttrice di penetrazione della laguna che lambisce il parco di San Giuliano: operazioni i cui studi di fattibilità sono finanziati con fondi ministeriali alla voce “Piano Urbano della Mobilità Sostenibile”. Perché “Sostenibile” e “sostenibilità” non diventino due parolacce, occorre coerenza fra i proclami e le azioni concrete».

«In questi anni Venezia è diventata la prima città in provincia per consumo di suolo - commenta la capogruppo del Pd in Consiglio comunale Monica Sambo - il nostro Comune è il più inquinato d’Italia. La giunta ha voluto distruggere Parco San Giuliano e il sindaco chiede lo scavo del canale Vittorio Emanuele che devasterebbe la laguna. Ridotte sono le corse del trasporto pubblico locale. Insomma benissimo che Venezia possa diventare il simbolo mondiale della sostenibilità e della lotta ai cambiamenti climatici, ma oltre alle parole ci vogliono anche i fatti e non solo proclami come ha fatto il sindaco in questi anni».

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