Guardrail, pericolo per noi motociclisti
Ogni giorno ci svegliamo la mattina presto per le nostre attività quotidiane, pensando che sia un giorno normale, uno come tanti ma poi arriva la sera e improvvisamente, comodamente seduto sul divano con la tua famiglia… senti un suono acustico provenire dall’esterno, un suono che dura più di 5 minuti causato dal passaggio continuo di più autoambulanze che sfrecciano chissà dove. Accendi la tv e ti blocchi ascoltando la notizia del momento: il tragico incidente di Mestre che ha portato via ben 21 persone, avvenuto il 3 ottobre. Un autobus che viaggiava a bassa velocità ma che improvvisamente devia (per un malore dell’autista o per un guasto tecnico, o per chissà cosa), fino a urtare e strisciare contro la barriera di protezione per ben ventisette volte. Fino a quando non si apre un varco, finendo sul bordo del viadotto per poi capovolgendosi cadendo dal cavalcavia.
Il bus viaggiava a soli 36 km/h, dicono le perizie, ma il problema più grave non è stato di chi fosse la colpa, non voluta, bensì lo stato di sicurezza del guardrail, in pessime condizioni e tutti lo sapevano! Era lì da oltre sessant’anni e sicuramente non è l’unico piazzato sulle strade italiane. Questa è l’ennesima conferma che sulle nostre strade, il 90% delle barriere sono vecchie, abbandonate e fuori norma. Per noi motociclisti, quando si parla di guardrail, è sempre un terrore. Quelle barriere metalliche, quelle protezioni che ci dovrebbe mettere sicurezza, in realtà si trasformano in veri e propri pericoli, ostacoli taglienti per chi, in moto, ha la sfortuna di toccarli.
I guardrail sono un salvavita, se tenuti in regola! Come documentato dal giornalista Antonio Fraschilla, riportato su La Repubblica del sabato 7 ottobre, lo stato delle strade italiane è in totale abbandono. “Non esiste un monitoraggio chiaro del ministero delle Infrastrutture e dei gestori. Ottocentocinquantamila chilometri di guardrail. Ebbene, sulla rete autostradale e sui 26.000 km gestiti dall’Anas si fanno almeno dei controlli a campione; sui 600.000 km gestiti da regioni, province e comuni “c’è un grande buco nero”. Non voglio scrivere dando voce alla solita polemica che – forse – mai nessuno “leggerà” ma è un problema per noi amanti delle 2 ruote e non solo, visto la grave tragedia del bus di Mestre, una strada che percorro spesso e volentieri con tutta la mia famiglia. Non sono belle notizie queste!