Proteste a scuola, scatta a Mestre l'occupazione all'ex Mozzoni
Un gruppo di studenti è entrato all'alba dalle finestre dell'istituto e ha passato la notte a scuola. La preside: "Non hanno rispettato i patti sull'assemblea. Sono una minoranza che sta decidendo per tutti. Una dittatura"
L'autunno resta "caldo" nelle scuole di Mestre contro i presunti tagli del settore. Soprattutto all'ex Mozzoni, dove un gruppo di studenti hanno affrontato il preside e dopo una lunga trattativa hanno deciso di dormire a scuola. Alzano la voce, vogliono dare "un forte segnale", i ragazzi che sono entrati ieri mattina da una finestra occupando il complesso scolastico. E la miglior lezione che hanno imparato sembra essere stata quella delle proteste degli anni Settanta: banchi, sedie, cattedre e armadi impilati davanti alle entrate per non lasciar passare nessun "adulto": bidelli, professori, dirigenti scolastic
E poi via con striscioni appesi all'ingresso e la ricerca di una mediazione con la preside, Isabella Albano. Secondo il dirigente scolastico, però, i ragazzi non avrebbero ben chiaro il senso di democrazia di un'occupazione: "L'assemblea degli studenti che si è tenuta nella sede dei Carmini non ha votato per l'occupazione. Questo è un colpo di coda di pochi ragazzi che hanno deciso così. Nessuna democrazia, si tratta di una dittatura". L'interruzione del dialogo con la preside, in parte, c'è stato: alcuni ragazzi interpellati avrebbero disatteso i patti sull'occupazione per dare un "segnale più forte". Per questo una decina di studenti, su 200, ha deciso di passare la notte a scuola sfidando l'autorità della preside che avrebbe potuto chiamare la polizia. Domani sarà invece giornata "calda" per i professori. Alle 18, nell'aula magna del Pacinotti, è stata organizzata, dagli insegnanti del liceo Bruno, l'assemblea "Scuola in movimento" che sarà aperta a tutti: studenti e genitori.
