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Spaccata in carrozzeria per un po' di monete, il titolare: «Il danno più grande è sociale»

Dal 2013 a oggi furti per 430 mila euro. Nelle ultime incursioni rubate solo poche migliaia di euro. Il questore: «Organizzeremo un controllo del territorio ma la sicurezza è fatta di varie tessere»

«Sono venuto a capire meglio questo fatto del furto alle macchinette del caffè. In questa carrozzeria non lavorano migliaia di dipendenti. I distributori perciò non potevano contenere migliaia di euro all'interno». Entra all'Autocarrozzeria Moderna di via Giustizia a Mestre il questore di Venezia Maurizio Masciopinto, accolto da uno dei titolari dell'attività, Paolo Favaretto, che tra mercoledì e giovedì ha subito il 14esimo furto in 6 anni in questo negozio. Dal 2013 a oggi, come racconta, i malviventi non hanno mai smesso di visitarlo. Creandogli un danno che si aggira intorno ai 430 mila euro. «Per quello c'è l'assicurazione, anche se man a mano che subisci il furto aumenta il premio - dice Favaretto - Ma poi le ultime volte che sono entrati hanno portato via al massimo qualche migliaio di euro. Il grande danno che noi abbiamo è un danno sociale - afferma il titolare -.  Non posso per 14 volte essere svegliato durante la notte perché sono entrati qui. Questo non è vivere».

Ma Favaretto da qui comunque non se ne andrebbe. «Questo posto è aperto dalla fine degli anni '50. Ha quasi 70 anni, qui è come una specie di istituzione. E neanche mi sposterei perché penso sia giusto risolverli i problemi. Le forze dell'ordine ci sono, la polizia di Stato arriva praticamente subito  quando succede qualcosa. Questo vuol dire che non manca la prontezza e l'interesse ad essere vicini ai cittadini». Ma c'è quel danno "sociale", che non è puramente economico e che non dipende da una mancanza di controllo del territorio. Ma fa la differenza.

«Qui la strada è chiusa da anni - commenta l'assessore Giorgio D'Este che arriva all'Autocarrozzeria Moderna poco dopo - Abbiamo sempre detto che più un'area è deserta, nascosta, poco trafficata, più è soggetta a diventare covo per sbandati o per chi vuole nascondersi per consumare o smerciare sostanze stupefacenti. E causa danni pensando di poter ricavare qualcosa».

«La sicurezza è come un puzzle - commenta Masciopinto - composto da varie tessere e ogni tessera deve andare al suo posto ed è importante che ciascuno faccia il suo. Io mi occupo della mia tessera e devo rispondere di questo. Stiamo valutando un'organizzazione del controllo del territorio e faremo un approfondimento delle problematiche sull'area, ma devo dire che c'è molta sensibilità istituzionale in questo - dice il questore - C'è un livello di attenzione complessivo alto».

«Non con i soli controlli, la repressione e le azioni di polizia si combattono questi fenomeni - commenta Monica Sambo, capogruppo Pd in Consiglio comunale, intervenuta sulla vicenda - Come già il questore Masciopinto aveva detto sono necessari interventi di natura sociale che consistono nello studiare perché in un territorio ci sia una richiesta così importante di stupefacenti, ad esempio. Benissimo i controlli di polizia locale e polizia di Stato. Ma oltre a quel tipo di attività servono servizi sociali dedicati alle persone che si avvicinano alla droga, specie quelle più giovani. Quei servizi su cui questa amministrazione comunale non investe».

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