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Scaraventa il tombino contro il vetro, distrugge la porta del negozio e ruba la cassa

Dentro non c'era nulla, neppure le monete. Calci violenti sulla lastra poi presa a colpi di tombino in ghisa. Il video dell'intrusione da Piazzalonga in via Miranese la settimana scorsa. Dalle immagini è lo stesso che ha spaccato da Esposti in via Manin

La porta del negozio presa a calci per distruggere la vetrata e poi il coperchio di un tombino in ghisa scaraventato con violenza sul vetro fino a mandarlo in frantumi. Così si è aperto un varco, il ladro si è infilato di corsa puntando al registratore e ha sradicato la cassa fuggendo via in bicicletta. Il ritorno dei furti con spaccata riporta nell'incubo Mestre, ancora sotto shock per i colpi a raffica della scorsa stagione e le decine di attività prese di mira in tutta la terraferma.

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In questo caso, nella notte di giovedì scorso, verso le 3.25, la spaccata è avvenuta al Pizzalonga di Bruno e Andreja in via Miranese. «Giusto la sera prima eravamo stati avvisati dalla vigilanza che avevano preso la porta a calci, fino a far suonare l'allarme, e poi, una sola persona sembra, si era allontanata. La notte dopo è successo il disastro e guardando le immagini, consegnate ai carabinieri - la cui caserma è a qualche centinaio di metri di distanza - abbiamo visto che si trattava della stessa persona. In pratica quell'uomo, sui venti o trent'anni al massimo era venuto a monitorare il tempo di attivazione dell'allarme dopo i calci tirati al vetro, per sapere in quanto tempo al massimo avrebbe dovuto sbrigarsi per passarla liscia».

Sempre dai video sembra si tratti dello stesso uomo che ha colpito la notte dopo da Esposti, il negozio di arredo e liste nozze in via Manin. In quel caso il vetro aveva retto all'urto del tombino, evitando l'intrusione, ma si era sganciato rimanendo pericolante e causando migliaia di euro di danni. All'identificazione del responsabile contribuiranno non solo i filmati, anche le tracce ematiche. «Quell'uomo si è ferito e ha lasciato una scia di sangue - raccontano ancora Bruno e Andreja - Infatti con i carabinieri per i rilievi è arrivata la scientifica. La notte del colpo il malvivente ha preso di nuovo la porta a calci, sapendo, perché l'aveva già controllato, che l'allarme avrebbe impiegato due o tre minuti a scattare. Nei video si vede la rapidità con cui entra, afferra il cassetto ed esce. Tutto questo per non rubare niente, perché all'interno non avevamo lasciato neanche le monete».

In totale circa mille euro di danni, spiegano i titolari. «Ma la cosa peggiore sono stati i disagi. Contemporaneamente in quei giorni stavo aprendo infatti l'altro negozio a Zelarino, inaugurato tre giorni fa, e invece di seguire solo l'apertura dovevo correre in via Miranese ad attendere l'arrivo degli operai per la sostituzione del vetro. Per fortuna in famiglia ci siamo aiutati, ma abbiamo comunque dovuto trascorrere una notte in macchina per sorvegliare il negozio che fino alla riparazione del giorno dopo è rimasto aperto».

Bruno e Andreja si chiedono come mai la telecamera che fino a sei mesi fa era installata proprio all'altezza dei contenitori dei rifiuti, sul palo dell'illuminazione, sia stata tolta e mai più rimessa. «Se per caso è comunale, chiediamo di riaverla, anche perché - dicono - da quando non c'è più dai video si notano diversi atti vandalici come sputi contro il vetro, calci e colpi. Vorremmo ci fossero più controlli - concludono i gestori - dispiace dirlo ma è una zona fragile. Una volta identificati i responsabili dovrebbero pagare perché è inutile beccarli se poi vengono rilasciati».

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