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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Contributo d'accesso, 80 giorni al test. Brugnaro: «Venezia sia vissuta e respirata»

Il sindaco ha presentato la sperimentazione alla Borsa internazionale del turismo di Milano: «Non vogliamo chiudere la città»

Tra due mesi e mezzo, il 25 aprile, partirà la sperimentazione del contributo d'accesso per entrare a Venezia. Una misura fortemente voluta dall'amministrazione del Comune lagunare, che al termine di un test lungo 29 giornate nell'arco dell'anno, potrà dare delle risposte sulla sua eventuale efficacia per contenere i flussi turistici in centro storico. Il sindaco, Luigi Brugnaro, è tornato a parlarne lunedì pomeriggio, nell'ambito della Borsa internazionale del turismo (Bit) in corso di svolgimento presso l'Allianz MiCo di Milano.

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Il primo cittadino ha ribadito che l'intenzione non è quella di «chiudere la città», che sarà «sempre aperta», ma «abbiamo visto dalle serie storiche - ha aggiunto - che certe giornate dell'anno sono particolarmente intasate e non rendono giustizia alla città e alla vita dei cittadini e degli ospiti. Qualcosa bisogna farlo».

Agli avventori che devono andare a Venezia «nelle giornate da 'bollino nero' diciamo: "Se devi venire a tutti i costi, paghi un contributo d'accesso di 5 euro"», ha proseguito Brugnaro, spiegando che si tratta di un intervento che si somma agli altri messi a punto dall'amministrazione per rendere più vivibile Venezia: raccolta differenziata porta a porta, sistema di telecamere di videosorveglianza in tutto il territorio comunale, servizio antiterrorismo «perché ospiti e cittadini devono sentirsi sicuri».

«Sono convinto che il turista è un amico, non è solo una persona che fa fotografie - ha aggiunto il sindaco -. Questi temi riguardano non solo Venezia, ma Venezia è un luogo delicato, dove i problemi si evidenziano prima». Quello della prenotabilità, per Brugnaro, è uno strumento che permetterà alla città di «essere vissuta e respirata». In tanti anni, ha concluso, «nessuno ha fatto niente e i discorsi sono sempre rimasti gli stessi. Noi vogliamo difendere la città e cominciare a fare finalmente qualcosa. Spenderemo di più di quello che incasseremo, ma l'effetto che speriamo di ottenere è quello di un minor affollamento».

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