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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Un'accoglienza «diffusa e controllata». Confcommercio: «C'è bisogno di lavoratori stranieri»

Politica e mondo produttivo d'accordo nell'attivazione di un modello sostenibile per ricevere i migranti: «Sì ai flussi regolari e a una cabina di regia regionale»

Al di là del dibattito politico, l’arrivo dei migranti dalle rotte del Mediterraneo interessa in modo diretto anche il mondo produttivo. Lo conferma la Confcommercio Veneto, rilevando che «non vi è dubbio che il nostro mercato del lavoro abbia bisogno di lavoratori immigrati» per colmare un gap non più sostenibile. «Nei giorni scorsi - spiega il presidente dell'associazione, Patrizio Bertin - abbiamo recepito le preoccupazioni degli industriali, degli artigiani e degli agricoltori in ordine alla mancanza di forza lavoro e dunque alla necessità di coinvolgere gli immigrati». Lo stesso vale per il terziario: «Una recente indagine - prosegue - ha individuato in una quota del 34% le strutture ricettive che non riescono a far fronte alla richiesta di personale, tanto da dover ridurre l'attività, se non addirittura sospenderla, in un momento di grande crescita del turismo».

Bertin fa riferimento all'iniziativa avviata dalla Regione Veneto, ovvero la proposta di gestire il fenomeno tramite una cabina di regia condivisa con l'Anci (associazione dei comuni) e tramite un'accoglienza diffusa. «Concordo con il presidente Luca Zaia - spiega Bertin -. È una questione di equilibrio: è necessario governare i flussi migratori e lavorare tanto sul terreno dell’accoglienza, quanto su quello dell’integrazione. Senza le fughe in avanti dettate dall'approccio squisitamente ideologico e per nulla pragmatico». Dunque, «sì agli immigrati, ma non in maniera sregolata. Siamo per flussi regolari, per una formazione magari fatta nei Paesi d'origine, per un minimo di apprendimento della lingua. È evidente che chi arriva andrà, soprattutto, ad impegnarsi in quei lavori che i locali non vogliono più fare, ma che hanno l'intrinseca dignità del lavoro onesto, importante semplicemente perché richiesto. Non vi è dubbio, infatti, tanto per fare un esempio, che anche una stanza pulita come si deve in albergo ha un proprio "valore" se vogliamo che il nostro turismo sia un turismo di qualità».

L'obiettivo, per tutti, è di innescare un modello di accoglienza sostenibile e virtuoso. Evitando, prima di tutto, la creazione di grossi hub come quello di Cona, che hanno dimostrato di essere deleteri. «Auspichiamo una soluzione responsabile per una situazione di emergenza - dice Roberto Toigo, segretario del sindacato Uil Veneto -. Assistiamo a un dibattito al limite della demagogia, ma queste persone sono in arrivo e dobbiamo intervenire. Secondo gli ultimi dati, quest’anno arriveranno in Italia 200mila migranti, e in questo momento il Veneto ne ospita 7.800 (lo 0,15% della popolazione). Riteniamo necessario il coinvolgimento dei sindaci nella questione, ai quali vanno dati gli strumenti e gli aiuti necessari per affrontare gli arrivi. Noi immaginiamo che la soluzione migliore sia quella di una accoglienza diffusa, parcellizzata. Anche perché temiamo che gli hub e le tendopoli possano attirare l’attenzione della malavita, pronta ad approfittare della situazione di disagio e disperazione di questa gente per ingrossare le file della criminalità».

Sul piano politico il tema è comunque terreno di tensioni, anche tra i partiti di maggioranza. Se è vero che la destra ha fatto campagna elettorale anche sui respingimenti, bisogna però confrontarsi con la realtà delle cose, ovvero l’aumento degli arrivi e della programmazione dei flussi. Ecco perché, a Venezia, il Partito democratico chiede all'amministrazione di «assumere una posizione netta e chiara», perché «oltre alle parole condivisibili del sindaco nell'affrontare questa emergenza senza nuovi maxi hub, il silenzio di Lega e Fratelli d’Italia è assordante». «Chiediamo alla giunta - specificano la segretaria comunale Pd Monica Sambo e il segretario metropolitano Matteo Bellomo - di esprimere una posizione chiara e alle forze politiche del centrodestra di schierarsi contro la possibilità che si riproduca la vergogna di Cona». Lo stesso vale «per i sindaci di tutti i comuni della città metropolitana».

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