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Cronaca

Marco Polo, 250mila passeggeri in una settimana. Cancellato l'1% dei voli

Save ha diffuso i dati aggiornati alla seconda settimana di agosto. Migliorano i servizi in aeroporto, nonostante le difficoltà e il periodo di picco dei traffici

Nella seconda settimana di agosto l'aeroporto di Venezia ha sfiorato quota 250mila passeggeri, un volume di traffico equivalente all'84% di quello registrato nello stesso periodo del 2019. I voli complessivi tra arrivi e partenze sono stati 1.724, di cui l'1% è stato cancellato: una percentuale tutto sommato ridotta, considerate le difficoltà riscontrate soprattutto nelle prime settimane della stagione estiva.

I dati

La società Save, che gestisce lo scalo, ha comunicato anche altri dati aggiornati relativi ai servizi all'utenza. Tra l'8 e il 14 agosto il periodo medio di attesa ai varchi di sicurezza è stato di poco superiore ai 7 minuti, circa un minuto in meno rispetto alla settimana precedente. Anche i tempi di riconsegna bagagli si sono ridotti: la media è stata di 19 minuti per il primo (contro i 20 della settimana precedente) e di 29 per l'ultimo (30 la settimana precedente). Il volume di bagagli disguidati, ovvero spediti in ritardo da altri scali o erroneamente inviati al Marco Polo, è stato di 1.103 colli, in aumento del 18,9% rispetto ai 927 accolti nella settimana precedente. I bagagli riavviati dallo scalo alla giusta destinazione sono stati 1.112, con una conseguente riduzione del 2,67% delle valigie stoccate in aeroporto. I bagagli disguidati attualmente in giacenza sono 329.

La critica

«Mentre Save continua a snocciolare numeri da pre pandemia dandosi da sola delle pacche sulla spalla, i lavoratori dello scalo veneziano continuano a effettuare un lavoro doppio o triplo a causa della ormai nota carenza cronica di personale in tutti i settori aeroportuali - commenta Renato Giacchi (Filcams Cgil Venezia) -. Consigliamo alla dirigenza di andare a chiedere al personale in servizio cosa ne pensa di questa estate “anomala” e auspichiamo in una convocazione per far sì che una parte di questi “super profitti” venga reindirizzata a tutte le lavoratrici e i lavoratori, di tutti i comparti che stanno permettendo al terzo aeroporto italiano di funzionare a pieno regime, non come avvenuto negli ultimi anni per i lavoratori della Triveneto Sicurezza che per tentare di vedere riconosciuti i propri diritti in termini economici, si sono dovuti rivolgere al giudice del lavoro».

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