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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Jesolo

Gare per le spiagge a Jesolo, la delusione degli sconfitti: «Guerre fratricide»

Solo imprenditori locali, ma dove c’è concorrenza subentrano i nuovi. La preoccupazione dei consorzi storici in assenza di una normativa nazionale

Come prevedibile le gare per le concessioni balneari, resesi necessarie in base alla direttiva europea Bolkestein, provocano dissapori e critiche anche nel litorale veneziano. Qui ogni comune - a differenza di quanto sta accadendo in Romagna e in Friuli-Venezia Giulia - sta organizzando da sé le gare in base alla legge regionale del 2002, che consente rinnovi pluriennali delle concessioni agli imprenditori uscenti che presentino istanza e, in assenza di ulteriori offerte, vengano confermati. I risultati dei bandi dell’arenile di Jesolo, che ha visto prevalere in due casi (le Umg 5 e 7, le più ambite e le uniche assegnate “in concorrenza” finora, cioè con più di un’offerta presentata, mentre nella maggior parte dei casi è arrivata una sola istanza) imprenditori subentranti e non gli uscenti, hanno provocato l’ovvio risentimento degli sconfitti. Ma anche una serpeggiante preoccupazione su cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane. 

Renato Martin, ex sindaco di Jesolo e presidente del consorzio Bafile, uscente, non ha usato mezzi termini. A La Nuova Venezia ha dichiarato, riguardo al piano del comune: «Il risultato sono state guerre fratricide, con l’ingresso di società di capitali al posto dei consorzi che non avevano scopo di lucro. Adesso i privati vorranno guadagnare, fare impresa ed è inevitabile che ciò accada. Basti pensare che nella nostra Umg di 1 km insistono quattro chioschi. Oggi i titolari di queste strutture non sanno ancora che cosa succederà. Al momento non hanno più nulla in mano e dovranno giocoforza accordarsi con chi ha vinto la gara».

Martin parla di “guerre fratricide” perché in effetti i passaggi riguardano imprenditori con interessi sul territorio e già attivi a Jesolo. L’Umg 5, tra piazza Brescia e Mazzini, è andata alla Cbc Srl, che vede tre i soci Mario Moretti Polegato (patron di Geox) e Alessandro Berton di Unionmare, mentre l’Umg 7, il comparto Marconi, va alla Sebi Srl, con in testa il manager di Mare Blu Adriatica, Alessandro Iguadala. E dall’amministrazione jesolana fanno capire che il piano di dividere l’arenile in grandi Umg, che richiedono ampie competenze per essere gestite, ha evitato l’arrivo “da fuori” di investitori e fondi internazionali, privilegiando in ogni caso chi già prima investiva sul territorio. I progetti vincenti prevedono un aumento dei servizi (area smoking free e migliore accessibilità per i disabili) e investimenti per 7 milioni di euro, che a detta dell’amministrazione dovrebbero non comportare differenze di rilievo per l’utenza. Martin al contrario parla allarmato di «prezzi e tariffe» non più garantiti. Dello stesso tenore i commenti delle opposizioni, Jesolo in Movimento e Movimento 5 stelle: «Come ne usciranno i vecchi gestori - si chiedono - che, ricordiamo, hanno dovuto nel tempo prima raggrupparsi in consorzi e poi in società per poter continuare a gestire la loro storica concessione? Rammentiamo ancora che in queste società ci sono piccoli imprenditori che gestiscono quei pochi ombrelloni che servono per affittare i loro appartamenti, condomini o alberghi e che ora con questa assegnazione si potrebbe dire che l’hanno presa in quel posto».

I ricorsi al Tar sono piuttosto scontati, e previsti dall’amministrazione, che si trova a operare in un quadro legislativo quantomeno complesso: in base a una legge regionale e in assenza di un chiaro quadro legislativo nazionale. Mentre infatti il governo sta trattando con l’Ue per ottenere l’ok a ulteriori proroghe - già più volte escluse dalle sentenze del Consiglio di Stato - sulla base di un dossier che parla del 67% di spiagge libere a disposizione, le amministrazioni comunali, per evitare il rischio di incorrere in infrazioni nel caso di mancato accordo con la commissione Ue, stanno diffusamente procedendo con le gare, ognuna in base a criteri individuati localmente. Le linee guida nazionali per le gare, previste dal “decreto milleproroghe” del 2022, non sono mai state definite. Sono oltre 70 i chilometri di spiaggia veneta, da Bibione a Rosolina, che andranno a gara quest’anno, e le aggiudicazioni di Jesolo, già definitive, sono tra le prime della stagione.

L’assessore al patrimonio della Regione Veneto, Francesco Calzavara, all’alba del 2024 dettagliava le priorità, in vista delle gare: evitare «l’arrivo di multinazionali e gruppi stranieri» e non rischiare «una guerra fratricida fra piccole concessioni, anche vicine». Il caso di Jesolo conferma che, dopo decenni, una transizione indolore non sarà per nulla semplice.

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