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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Jesolo / Piazza Tommaso Nember

Pensa sia il ladro, gli lancia una chiave inglese: ma era un ragazzo

La vicenda è stata raccontata dai diretti interessati su "Occhio Jesolano". L'albergatore: "Troppi furti subiti, ora la paura predomina sulla ragione"

Scatta l'allarme anti intrusione dell'albergo, il titolare corre a controllare cosa sta accadendo e vede un'auto fare inversione andando contromano. Pensa che sia un ladro e lancia una chiave inglese che infrange il lunotto posteriore ed entra nell'abitacolo. Ma quello non era un delinquente, bensì un giovane che aveva appena festeggiato un compleanno al Lido di Jesolo. La vicenda, che in sé non ha causato feriti, è però sintomatica della situazione di tensione in cui si trovano commercianti e imprenditori del Veneziano, a 24 ore dalla lettera della presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio Elena Bordin, dopo che il suo albergo-ristorante "La Capinera" di Pianiga aveva registrato il settimo furto (DETTAGLI).

Quanto accaduto a Jesolo è stato oggetto di un intenso dibattito sui social network, soprattutto sulla pagina Facebook "Occhio Jesolano" (POTETE LEGGERE QUI), dove all'inizio è stato il padre del ragazzo a segnalare quanto era avvenuto la notte precedente. Dunque, come inquadrare la vicenda? Da una parte c'è l'albergatore, che ha spiegato sulla pagina come "negli anni scorsi ho subito diversi furti, mi hanno portato via di tutto (tv, radio, impianto di videosorveglianza, attrezzi da cucina e lavoro, scorte di cibo, vestiti", dall'altra il giovane che, sempre su "Occhio Jesolano", racconta: "La chiave inglese è arrivata sul sedile passeggero anteriore, fortunatamente ero da solo".

Le versioni dei fatti non sono completamente concordanti, fatto sta che verso le 2.30 di sabato notte scatta l'allarme. L'albergatore raggiunge l'hotel per controllare quello che poi è risultato essere un effettivo tentativo di incursione di qualche delinquente. "Mi avvicino per chiedere cosa facesse lí questa persona, rimanendo chiusa in macchina, e comincia una manovra in contromano e parte a razzo, sempre contromano fino a piazza Nember. Ho pensato senza dubbio fosse il palo. Risponderò dei danni, ma stiamo attraversando tutti un periodo difficile dove la paura predomina la ragione", dichiara l'imprenditore.

Paura, dunque. Questa è la parola chiave alla base anche della manovra azzardata del giovane: "Quel pezzetto di strada l'ho percorso contromano perché vista la gente ubriaca che girava poco più avanti ho deciso di evitarla - scrive su Occhio Jesolano - Mi sono accorto del signore solo dopo aver sentito il vetro spaccarsi e lui urlare. Al ché, impaurito e disorientato, ho deciso di andare a casa pensando di essere stato aggredito da delinquenti". Da qui si è sviluppato un dibattito "social" su chi avesse ragione o meno. Probabilmente il giusto non sta né da una parte, né dall'altra. E la verità la conoscono solo i diretti interessati. Ma si tratta comunque di una vicenda (fortunatamente senza gravi conseguenze) esemplificativa del grado di tensione che si può vivere, specie di notte, in alcune zone del Veneziano.

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