rotate-mobile
Pnrr / San Donà di Piave

Ospedali e case di comunità, opere per 130 milioni: il piano dell'Ulss 4 nel prossimo biennio

Il dg Filippi, appena confermato alla guida dell'azienda, riepiloga i cantieri che riguarderanno le strutture sanitarie del Veneto orientale

Due anni di lavoro intenso attendono Mauro Filippi, appena riconfermato alla guida dell'azienda sanitaria del Veneto orientale. Ci sono in ballo le opere finanziate in gran parte tramite il Pnrr, il piano di investimenti dell’Unione europea per la ripresa post-covid: la sistemazione dei tre ospedali e la realizzazione delle case di comunità, progetti per i quali l'Ulss 4 ha a disposizione 131 milioni di euro. «Un importante rinnovamento delle infrastrutture della sanità pubblica e parallelamente l’attivazione del nuovo modello di assistenza nel territorio - riepiloga Filippi - per un investimento economico mai così importante prima d’ora».

Gli ospedali

Ai tre ospedali è riservato il grosso dei fondi, 115 milioni di euro. L’ospedale Città del Piave di San Donà sarà riqualificato con interventi che si svolgeranno in tre fasi: la prima prevede la realizzazione di un nuovo edificio nell’area a ridosso dell’elisuperficie, che ospiterà su vari livelli le degenze ospedaliere; la seconda consiste nella ristrutturazione e nell’ampliamento della piastra emergenze, ossia il pronto soccorso. Infine la terza fase prevede l’abbattimento delle ali laterali e la completa ristrutturazione del blocco centrale, parte storica dell’ospedale cittadino.

L’ospedale San Tommaso dei Battuti di Portogruaro verrà ammodernato con una serie di azioni che prevedono la generale ricomposizione volumetrica. Nella prima fase verrà realizzato un nuovo edificio che al piano terra ospiterà l’area poliambulatoriale; ai piani superiori, su più livelli, avrà le degenze dell’ospedale. Nelle fasi successive si passerà alla ristrutturazione e all’ampliamento del pronto soccorso, alla realizzazione del nuovo ingresso, alla demolizione dell’ala est e a un ulteriore ampliamento dell’edificio delle degenze; quindi alla ristrutturazione del corpo centrale, alla demolizione di una parte dell’ala ovest e alla ristrutturazione dell’edificio rimanente.

L’ospedale di Jesolo sarà oggetto del più grande recupero strutturale dalla sua nascita. Il progetto prevede un investimento di 10 milioni di euro, ad iniziare dal raddoppio della superficie destinata all’attività poliambulatoriale nell’area dell’ex colonia. A seguire verrà rinnovata ed ampliata la radiologia e realizzata una nuova Unità riabilitativa territoriale (Urt). Per quanto riguarda la parte esterna, verranno ricreate le storiche terrazze elioterapiche; il braccio est dell’ospedale sarà ricostruito in continuità con la radiologia mediante nuovi materiali, riproponendo così i due rami laterali estesi verso il mare come alle origini; tra i due rami dell’ospedale nascerà un parco terapeutico con percorsi nel verde. L’ingresso dell’ospedale verrà mantenuto ma sarà caratterizzato dalla vista sul fronte mare. Sarà realizzata una nuova dialisi collocata negli ex magazzini sul fronte spiaggia e verranno ristrutturate le aree di degenza riabilitativa.

Ospedale Jesolo-2

Case di comunità

Oltre 16 milioni di euro sono destinati alla realizzazione delle case di comunità, il nuovo modello di presa in carico sanitaria e sociosanitaria di prossimità, dove la popolazione troverà risposta ai bisogni di assistenza primaria h24 e 7 giorni su 7. All’interno opereranno equipe multidisciplinari per una presa in carico globale del paziente, tenendo presente che le urgenze saranno sempre gestite nei pronto soccorso e i casi acuti negli ospedali.

Queste le collocazioni: a Caorle, nel distretto sociosanitario in via Riva dei Bragozzi; a Cavallino Treporti (lavori iniziati) in un nuovo edificio di via Treportina; a Jesolo nel distretto socio sanitario di via Levantina (area ospedaliera); a Portogruaro nel distretto sociosanitario in via Zappetti (ex silos); a San Donà di Piave nel poliambulatorio di via Verdi (lavori iniziati) e a San Michele al Tagliamento nel distretto sociosanitario di piazza Galasso (lavori iniziati).

CdC Cavallino

«Ci sarà davvero tanto da lavorare nel 2024 e nel 2025 - commenta il dg Filippi - e so di poter contare su una grande squadra composta dal personale tecnico, amministrativo, medico e sanitario. Queste nuove strutture ci permetteranno anche di riorganizzare ed ottimizzare la presa in carico del paziente, integrando e condividendo le attività dei professionisti che oggi già operano in ospedale e nei servizi territoriali e quelle della medicina generale, garantendo una migliore presa in carico in particolare ai fragili e a coloro che sono affetti da patologie croniche. Sarà un cambiamento radicale nell’organizzazione dell’assistenza territoriale - conclude - a sostegno della quale sarà necessario un nuovo approccio culturale sia da parte del cittadino e sia dei professionisti che vi lavoreranno».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ospedali e case di comunità, opere per 130 milioni: il piano dell'Ulss 4 nel prossimo biennio

VeneziaToday è in caricamento