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Piarotto chiude, sit-in dei lavoratori. Il sindaco: «Tributi sospesi per 3 anni a eventuali acquirenti» | VIDEO

Futuro incerto per 90 famiglie: i dipendenti in protesta questa mattina al municipio di Santa Maria di Sala. Il primo cittadino ha dimostrato apertura e preoccupazione per i lavoratori. Lunedì nuova manifestazione a Mirano

«Piarotto porta il lavoro in Polonia, 90 famiglie alla gogna». Con questo motto 50 lavoratori della Piarottolegno, questa mattina, hanno manifestato davanti al municipio di Santa Maria di Sala dopo che la storica azienda salese produttrice di semilavorati in legno ha annunciato la volontà di chiudere lo stabilimento sulla Noalese. Quindici giorni per terminare le ultime commesse e poi, come spiegato alle sigle sindacali martedì scorso, Piarotto cesserà l'attività, presentando un concordato liquidatorio e verificando la possibilità di impiegare ammortizzatori sociali.

Manifestazione lavoratori Piarottolegno

Quale futuro per 90 famiglie?

La preoccupazione dei lavoratori, non potrebbe essere diversamente, è tanta. «Trovarsi a 50 anni senza lavoro - ha raccontato un dipendente - e con la famiglia da mantenere è un problema. I manager sbagliano e poi le conseguenze ricadono sui lavoratori». Un altro operaio ha spiegato come tutto sia successo da un momento all'altro: «Stavamo lavorando - ha detto - e di punto in bianco ci siamo visti togliere da sotto le mani il lavoro, come se stessimo mangiando e ci avessero tolto il piatto dal tavolo».

Oneri comunali sospesi per 3 anni

I rappresentanti delle sigle sindacali Filca Cisl e Fillea Cgil sono stati ricevuti dal sindaco salese Nicola Fragomeni, che già nella giornata di ieri aveva dimostrato vicinanza ai lavoratori e si era reso disponibile a trovare una soluzione per 90 famiglie che rischiano di rimanere senza introiti. È stato il primo cittadino a far sapere alle rappresentanze che l'amministrazione comunale si renderà disponibile a sospendere per 3 anni il pagamento degli oneri comunali (tasse e addizionali), che si aggirerebbero sui 70mila euro annui, per un totale di oltre 200mila euro nel triennio. Si tratterebbe certo di un buon punto di partenza per un eventuale acquirente (si era parlato di un competitor che aveva avanzato un'offerta, poi ritirata). «Il fatto che l'amministrazione comunale dia l'ok ad un simile provvedimento - spiegano i sindacati - permette di rendere più appetibile l'acquisto dell'azienda, che già partirebbe con debiti da saldare». Nonostante l'appoggio dell'amministrazione, i sindacati hanno spiegato che continueranno a fare la propria parte: «con ogni probabilità - hanno proseguito - lunedì mattina si terrà una nuova manifestazione, questa volta a Mirano, con volantinaggio».

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