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Cronaca Cavallino-Treporti

Il dramma del Redentore. Riccardo appassionato di navigazione, in barca come sempre

Accertamenti, rilievi e misurazioni: i vigili del fuoco e il reparto Natanti della polizia locale di Venezia stanno indagando a tutto campo per ricostruire l'incidente che ha causato al morte del 27enne di Cavallino

Accertamenti, rilievi e misurazioni: i vigili del fuoco e il reparto Natanti della polizia locale di Venezia stanno indagando a tutto campo per ricostruire la drammatica morte di Riccardo Nardin la notte del Redentore. Fra le quattromila barche (almeno quelle prenotate) in laguna per il tradizionale spettacolo pirotecnico di mezzanotte, c'era il barchino che il giovane di 27 anni manovrava e che, dopo i fuochi, ha preso il canale tra San Giorgio e San Servolo per andare probabilmente verso il Lido a trascorrere la notte in compagnia.

La sua barca lungo il percorso è finita contro la briccola 15, lui è stato sbalzato in acqua e probabilmente dopo aver sbattuto la testa ha perso i sensi morendo annegato. Le due amiche sul natante assieme a lui si sono salvate, non hanno avuto conseguenze gravi ma hanno vissuto il dramma. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno iniziato le ricerche del corpo e lo hanno ritrovato sul fondale ormai senza vita. Riccardo Nardin, 27 anni di Cavallino, ex studente del Nautico e attualmente impiegato dell'azienda "Il Doge di Venezia" per il trasporto marittimo turistico e le escursioni in laguna, di esperienza nella navigazione ne aveva fatta, anche perché ne era appassionato da sempre.

I veneziani non sembra abbiano ricordi di incidenti così gravi accaduti nella notte del Redentore. L'affollamento di barche in Bacino San Marco e lo spostamento di migliaia di barche tutte assieme che lasciano un po' alla volta il canale per spostarsi verso il Lido, è sempre stato un momento delicato che richiede una certa esperienza e responsabilità sulle barche, specie quelle più piccole. Negli anni migliaia di ragazzi hanno trascorso in barca, in compagnia, la notte del Redentore e hanno attraversato la laguna dopo i fuochi. Cadute in acqua non sono mancate, mai un mortale costato la vita a un giovane come quello accaduto tra sabato e domenica a Riccardo Nardin. Si tratta comunque, come ha ricordato il comandante della polizia locale Marco Agostini, del quinto incidente in laguna dall'inizio dell'anno, l'unico mortale.

A cominciare dai sindaci, quello di Venezia, Luigi Brugnaro, e quello di Cavallino Treporti (dove risiedono i Nardin), Roberta Nesto, domenica è stata una giornata di messaggi di dolore e vicinanza ai parenti: una sorella e un fratello più giovani, alla mamma Ursula e al papà Olindo. «Oggi è venuto a mancare un nostro giovane collega. Esprimo il mio cordoglio personale e di tutti i collaboratori del gruppo Doge per la scomparsa prematura. Ci stringiamo tutti attorno alla sua famiglia e ai suoi affetti più cari», scrive il titolare Renzo Novelli. «La società Acd Jesolo esprime profondo dolore ed estrema vicinanza alla famiglia di Riccardo Nardin, giocatore della vicina squadra del Treporti, per la tragica morte avvenuta domenica a Venezia», ha commentato la società sportiva di calcio. Nei messaggi di vicinanza anche quello del presidente del Veneto, Luca Zaia. «Un pensiero a Riccardo Nardin, il 27enne di Cavallino-Treporti che la notte scorsa ha perso la vita a Venezia dopo aver urtato con la sua barca contro una briccola ed essere finito in acqua rientrando dallo spettacolo dei fuochi del Redentore. Condoglianze alla sua famiglia e a tutte le persone a lui care». 

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