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Prosegue il Venezia Jazz Festival Fall edition con tre nuovi appuntamenti

Dal trombone di Filippo Vignato al bandoneon di Daniele Di Bonaventura fino al serpentone di Michel Godard, tre appuntamenti dedicati alle sonorità più raffinate della scena jazzistica internazionale

Settimana ricca di suggestioni per Venezia Jazz Festival Fall edition. Dal trombone di Filippo Vignato al bandoneon di Daniele Di Bonaventura fino al serpentone di Michel Godard, tre appuntamenti dedicati alle sonorità più raffinate della scena jazzistica internazionale.

Il programma

Si inizia mercoledì 8 novembre (ore 19.30) alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice con una serata speciale con con Radio3 Rai e Raiplay Sound per la registrazione (live) del podcast "Lo strumento è la mia casa - Podcast dedicato al rapporto tra il musicista e il suo strumento musicale”. Conduce Valerio Corzani con ospite Filippo Vignato e... il suo trombone, per un ritratto del musicista e del suo strumento. A seguire, il concerto Silent Room con Filippo Vignato e Enzo Carniel (al piano, rhodes, synths) dove il talento italiano del trombone e la giovane stella del pianoforte francese dialogano tra acustica ed elettronica e lirismo e minimalismo. Considerato come uno dei più interessanti musicisti italiani della sua generazione, Filippo Vignato ha vinto il premio della critica Top Jazz come 'Miglior Nuovo Talento' nel 2016 per il suo debutto da leader nell'album Plastic Breath (Auand). Svolge un'intensa attività concertistica in Italia ed Europa e collabora con il mondo della danza contemporanea e dello storytelling. Nel corso dei suoi tour, viaggi e studi attraverso l’Europa ha sviluppato una propria chiara visione della musica: senza confini di genere e dove il processo rituale dell’improvvisazione possa toccare e coinvolgere il pubblico nel modo più profondo.  Enzo Carniel è un pianista francese nato nel 1987. Inizia giovanissimo con lo studio del pianoforte classico e scopre il jazz durante l'adolescenza. Influenzato da Paul Bley, Thelonious Monk, Keith Jarrett e dai grandi pianisti jazz, cerca di esplorare nel modo più ampio le tavolozze e le possibilità intrinseche del pianoforte. Il suo approccio si basa sulla spontaneità delle idee musicali e dell'improvvisazione, dove utilizza tutte le sue influenze e sensazioni al di là di qualsiasi pregiudizio estetico. Nel 2014 incide il suo primo album in piano solo 'Erosions' e nel 2019, con il gruppo House Of Echo, l'acclamato album "Wallsdown" (biglietti 10 euro ridotto, 15 euro intero).

Daniele Di Bonaventura, maestro del bandoneon, e Giovanni Ceccarelli, al pianoforte, si uniscono venerdì 10 novembre (ore 19.30) alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice in Mare Calmo. Entrambi pianisti di formazione e attratti da affinità artistiche, fondono e giustappongono i due strumenti, interagendo lungo un filo sottile, in equilibrio tra scrittura ed improvvisazione. Nato a Fermo nel 1966, Daniele di Bonaventura ha vissuto la musica a tutto tondo: dalla classica alla contemporanea, dal jazz al tango e la world music, con incursioni nel mondo del teatro, del cinema e della danza. Le situazioni che in tempi recenti lo hanno tenuto sotto i riflettori sono la collaborazione con Miroslav Vitous e soprattutto il duo con Paolo Fresu. Ma ha suonato anche con Enrico Rava, Toots Thielemans, Omar Sosa, Greg Osby, Oliver Lake, David Murray, Dino Saluzzi, Francesco Guccini, Ornella Vanoni. Anche Giovanni Ceccarelli è marchigiano: nativo di Fabriano, risiede però a Parigi. Con una formazione classica alle spalle, si è dedicato al jazz ma anche alla rielaborazione di musiche della più varia provenienza geografica. Nel suo disco d’esordio (Daydreamin’, 2010) lo si è ascoltato con Ferruccio Spinetti, David Linx e Fausto Mesolella. Ma Ceccarelli ha suonato anche con Benny Golson, Mark Murphy, Massimo Urbani, Rosario Giuliani, Kenny Wheeler, Paolo Fresu, Enrico Rava e vanta una collaborazione di oltre tre lustri con Lee Konitz. Sul fronte extra-jazzistico lo si è ascoltato con Amii Stewart, Arnoldo Foà, Alessandro Haber. L’organico ridotto e le spiccate personalità coinvolte danno origine a una musica ricca di sottili sfumature, di dialoghi giocosi, di silenzi carichi di significato, di esplorazioni delle più varie possibilità espressive degli strumenti (biglietti 25 euro ridotto, 20 euro intero).

Un progetto originale che unisce musica italiana ed egiziana, attraverso il prisma del jazz e dell'improvvisazione. È "Doux Désirs", con Michel Godard (serpent, basso tuba) e Ihab Radwan (oud). Il serpentone (antico strumento a fiato della famiglia dei cornetti) è flessibile, agile e molto simile alla voce; l'oud canta, sussurra, racconta. Il duo sarà per la prima volta a Venezia, sabato 11 novembre (ore 19.30), all’Auditorium Lo Squero della Fondazione Giorgio Cini nell’Isola di San Giorgio Maggiore. Michel Godard, musicista e compositore francese, è uno dei pochissimi solisti di tuba e probabilmente l’unico solista di serpentone, strumento, antenato della tuba, che nasce come il basso della famiglia dei cornetti e che non aveva mai goduto di un repertorio solistico. Godard, sviluppando su questo strumento dimenticato il suo enorme talento tecnico, vi esegue un repertorio che va dalla musica del XVI secolo al jazz ed alla musica improvvisata (biglietti 28 euro ridotto, 22 euro intero).

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