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Autonomia differenziata

Autonomia in Cdm, Casellati: «Nessuna spaccatura, è prevista dalla Costituzione»

Il ministro oggi a Venezia: «Sembra che qualcuno ne parli come qualcosa uscito improvvisamente dal cielo»

La proposta di legge per l'autonomia differenziata sarà valutata domani, martedì 31 gennaio, in pre Consiglio dei ministri, poi sarà argomento di discussione, ragionevolmente, nel Consiglio vero e proprio, che dovrebbe (non ci sono ancora conferme in tal senso) tenersi giovedì. L'annuncio dei giorni scorsi del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, aveva rinfocolato le polemiche, oggi è seguita la presa di posizione del ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Casellati: «Autonomia prevista dalla Costituzione»

Nel corso di un appuntamento a Palazzo Balbi con il presidente del Veneto Luca Zaia, Casellati ha cercato di spegnere i "tizzoni ardenti". «L'autonomia differenziata - ha precisato - è prevista dalla Costituzione italiana, perché pare che qualcuno se lo sia dimenticato. Questo non è un dato indifferente, perché sembra che qualcuno ne parli come qualcosa uscito improvvisamente dal cielo». Il ministro ha spiegato che non c'è alcuna volontà di lasciare indietro qualche Regione: «Da giurista, leggendo il testo di legge, posso dire che non c'è alcuna spaccatura. - ha sottolineato - Autonomia differenziata significa migliore allocazione delle risorse, attraverso l'individuazione dei livelli essenziali di prestazioni. Questa è l'autonomia differenziata, nell'ambito di una unità d'Italia che tutti vogliamo preservare».

Per parte sua, Zaia ha ribadito che «in cento giorni questo Governo ha fatto quello che altri non hanno fatto. Per cinque anni - ha detto - ho sentito dire che l'autonomia non si può fare perché non ci sono i livelli essenziali delle prestazioni, ora abbiamo una norma che li rende obbligatori. Per Zaia, il fatto che si parli ora di legge di attuazione «significa che qualcuno l'ha scritta e depositata. Io resto fiducioso, i compiti per casa li abbiamo fatti».

Le resistenze

Le prime resistenze, spiega Today.it, Calderoli e la Lega le trovano "in casa". Forza Italia e Fratelli d'Italia, infatti, frenano. Gli azzurri, a porte chiuse, avrebbero detto a Tajani di non avviare alcun dialogo in Consiglio dei ministri. I meloniani nel Lazio e al sud Italia hanno espresso più che una riserva alla loro leader e premier. Mezzogiorno e Lazio sono grandi bacini elettorali per Fdi e il tema autonomia non è visto con lo stesso favore che al nord. Oltretutto pare che le pressioni della Lega degli ultimi giorni siano sgradite a Meloni. Non avrebbe apprezzato gli annunci di Calderoli che detta il calendario dei lavori, e ancor meno pare abbia gradito le frasi del ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, sugli stipendi da aumentare agli insegnanti su base regionale, con annessa e più che prevedibile polemica.

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