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Cronaca

Veneziani a Parigi durante la notte più lunga: "Paura, sirene ovunque"

Le testimonianze di chi si trovava nella capitale francese durante gli attacchi. Si cerca una 28enne veneziana che si trovava al Bataclan

La notte più lunga per la Francia e forse per l'Europa intera. Parigi, ancora lei. Dopo i fatti di Charlie Ebdo torna a farsi concreta la minaccia terroristica sul suolo transalpino, in alcuni dei luoghi simbolo dell'intrattenimento della capitale francese: lo Stade de France o il teatro Bataclan, assieme a bar, ristoranti. In pochi istanti la guerra si è toccata con mano venerdì sera, quando terroristi islamici hanno ucciso oltre un centinaio di persone che pensavano solo a passare una serata di svago.

L'APPELLO SUL WEB: "NON ABBIAMO NOTIZIE DI VALERIA"

Attacchi kamikaze, fucili a pompa, vere e proprie esecuzioni, con il Bataclan diventato istantaneamente il nuovo simbolo dell'orrore. Di ciò che può essere capace di concepire l'uomo. A Parigi, naturalmente, risiedono anche diversi veneziani. Per lavoro o per studio. Diventati testimoni loro malgrado di una serata che certo non dimenticheranno facilmente. Durante le prime ore di sabato mattina si sono susseguiti gli appelli per ottenere informazioni sulle condizioni di Valeria Solesin, borsista veneziana che si trovava a Parigi. Venerdì sera con il fidanzato stava assistendo proprio al concerto degli Eagles of Death Metal quando è scattato l'attacco. Il fidanzato l'avrebbe persa di vista tra la folla. I genitori sono in contatto con la Farnesina per ottenere notizie (L'APPELLO SUL WEB).

ALLARME BOMBA IN STAZIONE A VENEZIA

LE TESTIMONIANZE - "Eravamo in un bar non molto distante dal punto delle sparatorie - racconta Giacomo Cosua, giornalista e fotografo veneziano - Ci hanno avvertito di quello che era successo. Siamo tornati a casa, ma c'erano sirene ovunque e il cellulare non smetteva mai di squillare". Un unico comune denominatore in questa notte di violenza: tutti si sono tappati in casa: "Oggi non era il momento di lavorare - sottolinea il professionista - Solo quando abbiamo chiuso la porta ci siamo sentiti al sicuro". Identica sensazione che ha provato Valeria Rudmann, cafoscarina nella capitale transalpina da tempo: "Mi sono barricata in casa - racconta quando ancora le notizie erano molto frammentarie - ci sono sirene dappertutto e la gente urla per strada. La situazione fin da subito è sembrata grave".

SALE IL LIVELLO D'ALLERTA, GHETTO SORVEGLIATO SPECIALE

C'è chi, poi, ha vissuto momenti di angoscia sapendo che gli amici proprio si trovavano al Bataclan: "Per fortuna in questi giorni sono fuori città - afferma Marta, giovane ex studentessa del Miranese - fatalità avevo degli amici al teatro venerdì sera. Poi ho tirato un sospiro di sollievo nello scoprire che stavano tutti bene". Tutt'attorno una città che ha vissuto il proprio 11 settembre. Una serie di attentati dopo i quali l'Europa non sarà più la stessa. 

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